Il registro delle opposizioni, lo schermo che dovrebbe difenderci dalle telefonate commerciali indesiderate, alza un’altra barriera: quella contro gli squilli molesti che provengono da sistemi automatizzati. È esperienza ormai comune ricevere chiamate effettuate non da un operatore, ma da software di composizione automatica che lavorano su elenchi di numeri e affidano la proposta di offerte e sconti a una voce registrata. Insomma, si finisce per interloquire con un disco. L’iscrizione del nostro numero telefonico nel registro delle opposizioni servirà da scudo anche verso quelle telefonate.
La novità, contenuta nel decreto legge Capienze (Dl 139/2015) di recente convertito in legge, ha una doppia valenza: da una parte irrobustisce l’argine creato dal registro, che una modifica legislativa del 2018 (la legge n. 5) aveva voluto erigere solo a difesa delle chiamate fatte da un operatore; dall’altra dovrebbe finalmente sbloccare l’iter del decreto con il quale, tra l’altro, si estende il perimetro di azione del registro delle opposizioni ai cellulari.
Anzi, senza l’arrivo di quel decreto, anche la novità di fresco conio rischia di rimanere lettera morta. Infatti, la previsione di allargare l’ambito di azione del registro alle telefonate automatizzate si inserisce nel faticoso carteggio tra ministero dello Sviluppo, Presidenza del consiglio, Consiglio di Stato, commissioni parlamentari, Garante della privacy e Autorità per le comunicazioni con cui da circa tre anni si tenta, sotto la regia del Mise, di mettere a punto il Dpr che dovrebbe recepire le indicazioni della legge n. 5 del 2018 e sostituire in toto la normativa che ha finora regolato il funzionamento del registro delle opposizioni (il Dpr 178 del 2010).
Cosa ci sarà scritto in quel decreto, che finalmente ora dovrebbe vedere la luce? La novità più importante, almeno per gli utenti, sarà la possibilità di iscrivere nel registro non solo, come è stato finora, il proprio numero telefonico contenuto negli elenchi pubblici (in buona sostanza, i numeri degli apparecchi fissi), ma anche quello del telefonino. Questo significherà che anche sul cellulare, una volta inserito nel registro, non potranno più arrivare chiamate promozionali. Anche perché l’iscrizione nel registro farà piazza pulita di tutti gli eventuali consensi dati fino a quel momento per l’uso del numero telefonico a scopi di marketing.
Il Dpr in arrivo, a questo punto, conterrà anche quanto previsto dal Dl Capienze sulle chiamate automatizzate, compreso il fatto che tutti i consensi forniti in precedenza a ricevere telefonate fatte dal computer saranno cancellati con l’ingresso nel registro. Una precisazione necessaria, perché le chiamate generate dal software hanno bisogno di un consenso espresso da parte dell’utente (è la cosiddetta regola dell’opt-in: «mi puoi chiamare solo se prima hai acquisito una mia autorizzazione esplicita»), mentre quelle con operatore sono regolate dall’opt-out («solo una volta chiamato, l’utente può dire di non voler essere disturbato»). Con l’iscrizione nel registro, dunque, tutti i consensi pregressi verranno meno e il telemarketing selvaggio dovrà fare un passo indietro.
Ora il puzzle normativo ha tutti gli elementi a posto e l’atteso Dpr che aprirà ai cellulari può giungere a Palazzo Chigi per il via libera definitivo.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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