Nucleare, idroelettrico, energia da rifiuti, combustibili a legna. La Finlandia da anni è impegnata in una politica di decarbonizzazione e di differenziazione delle fonti di approvvigionamento energetico.
Così, dopo lo stop alla fornitura di gas naturale da parte della Russia, l’operatore finlandese Gasum ha annunciato che il sistema al momento è in equilibrio “sia fisicamente che dal punto di vista commerciale”.
Lo scorso anno, riferisce l’istituto finlandese di statistica, il Paese scandinavo ha consumato 86.775 Gigawatt di energia elettrica, di cui poco più del 20% è frutto di importazione da altri Paesi.
Il colosso russo Gazprom comunica che nel 2021 ha fornitoalla Finlandia 1,49 miliardi di metri cubi di gas naturale, pari a circa due terzi del consumo di gas del Paese.
Stime calcolano che il gas russo copra poco più del 5% del fabbisogno energetico annuo finlandese.
La voce maggiore nella produzione di energia elettrica viene dal nucleare, il 32%, seguito dall’idroelettrico con il 22%, dai combustibili a legna con il 17%, e dall’eolico con l’11%. In crescita negli ultimi anni, guardando i dati della International Energy
Agency, la percentuale di produzione da fonti rinnovabili: energia da rifiuti, poi solare ed eolico. Mentre da oltre 10 anni è in discesa il consumo di carbone, gas naturale e petrolio.
Quanto alla sostituzione del gas russo, nell’immediato una fonte alternativa sarà il gasdotto Balticconnector, l’impianto che collega il Paese scandinavo alla vicina rete del gas dell’Estonia.
Inoltre, la Finlandia sta noleggiando una nave di stoccaggio e rigassificazione da una società con sede negli Stati Uniti per aiutare a sostituire le forniture russe a partire dal quarto trimestre di quest’anno.
fonte agi.it