Il 2022 e il 2023 hanno visto un cambio di scenario nei mercati finanziari, con l’inflazione e i rialzi dei tassi al centro dell’attenzione. Dopo anni di inflazione moderata e tassi stabili, i prezzi hanno iniziato a salire, incidendo sul costo della vita per molte famiglie. Per comprendere meglio, esaminiamo il concetto di inflazione.
L’inflazione si manifesta come un aumento generalizzato dei prezzi, monitorato attraverso l’andamento di beni specifici nel tempo, adattati alle abitudini di consumo. Un aumento dei prezzi comporta una perdita di valore della moneta nel tempo, come illustrato dal classico esempio di poter comprare meno beni con la stessa quantità di denaro nel corso degli anni.
Le banche centrali, con l’obiettivo di mantenere la stabilità economica, controllano l’inflazione, mirando a un tasso obiettivo del 2%. La mancanza di conformità a questo obiettivo potrebbe generare problemi di crescita e benessere. Le cause dell’inflazione possono essere endogene, legate a problemi interni di un paese, o esogene, connesse a eventi geopolitici.
Esaminando gli anni Settanta, si osserva un’impennata inflazionistica negli Stati Uniti e in Europa, nota come spirale inflazionistica. Questo fenomeno è stato causato da un significativo aumento dei prezzi del petrolio dovuto a shock petroliferi legati a conflitti geopolitici e da una crescita dei salari dovuta alle pressioni sindacali. Le politiche monetarie poco restrittive hanno alimentato ulteriormente l’inflazione, con il termine “inflazione galoppante” coniato per descrivere questo fenomeno.
Nel 2022, l’inflazione fa ritorno dopo un lungo periodo di tassi d’interesse bassi o negativi. A livello globale, l’inflazione nel 2023 si avvicina al 7,1%, con previsioni di un rallentamento graduale dopo il 2026. Le principali cause di questo aumento repentino includono la politica monetaria espansiva post-pandemia e gli effetti della guerra in Ucraina su beni energetici e generi alimentari.
In risposta, la BCE e la FED stanno aumentando i tassi d’interesse per contenere la domanda e limitare l’accesso al credito. Tuttavia, le condizioni economiche e politiche attuali sono diverse dagli anni Settanta, con banche centrali più indipendenti, politiche fiscali più restrittive e dinamiche salariali diverse.
Nonostante le misure adottate, le banche centrali si trovano in una situazione delicata, cercando di bilanciare la gestione dell’inflazione senza danneggiare gravemente l’economia. Sebbene la storia possa non ripetersi identicamente, la sfida consiste nel trovare l’equilibrio giusto per evitare eccessi che potrebbero portare a una recessione. La domanda rimane se le banche centrali riusciranno a gestire efficacemente la situazione, tenendo conto degli errori del passato.
Marco Marchese