L’attenzione del mondo bancario e imprenditoriale in questi giorni è focalizzata sugli strumenti legislativi che il governo potrebbe utilizzare per introdurre le auspicate modifiche alla legge di Bilancio. L’obiettivo è riuscire a sostenere le imprese in questa fase di ripresa della pandemia.
Il tema è caldo. Si parla di questioni cruciali, che nelle prossime settimane impatteranno materialmente sulla salute di migliaia di aziende nel Paese.
La task force volta a promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19 ha rilevato che, a fronte di circa 400mila sospensioni accordate, risultano ancora attive moratorie pari ad un valore di circa 440 miliardi.
Emerge inoltre che arrivano a più di 221 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di SACE, i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 32,3 miliardi di euro, su 4344 richieste ricevute.
Questi dati sono relativi alle sospensioni cristallizzate al 31 dicembre, quando è scaduto il termine entro il quale ci si poteva avvalere delle moratorie assistite da garanzia pubblica.
La Banca d’Italia è parte della task force con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dello Sviluppo Economia, l’ Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace.
Il team è capace di riportare dati settimanali riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela.
Riferendoci al 31 dicembre 2021 possiamo calcolare moratorie su prestiti del valore complessivo di circa 44 miliardi, pari a circa il 17% di tutte le moratorie accordate da marzo 2020 (circa 270 miliardi). Si parla di 400 mila richiedenti, tra famiglie e imprese.
La stima sul potenziale impatto per le casse dello Stato è tragica, dato che le garanzie cosiddette “sussidiarie” sulle moratorie concesse del fondo per le Pmi gestito da Mcc coprono il 33% del valore del finanziamento.
Banche, associazioni di imprese, politici, chiedono al governo di confermare le misure di sostegno alle aziende previste dal decreto Cura Italia del 17 marzo 2020 e dal decreto Liquidità dell’8 aprile 2020, emanati in pieno lockdown. Tanto più che la pandemia continua ad impattare gravemente sulla ripresa economica.
“Il rischio – scrive Nicola Borzi sul Fatto – è che, in caso di mancato rimborso dei prestiti garantiti e in moratoria, tutti i crediti erogati alle aziende in difficoltà, compresi quelli bancari non garantiti, vadano subito considerati sofferenze e scatenino un’ondata di chiusure velocizzate dalle nuove regole Ue”. In tal modo “si scatenerebbe un violento credit crunch che si abbatterebbe come una mazzata su un sistema produttivo già alle prese con le difficoltà della quarta ondata della pandemia e boccheggiante per la necessità di dover fare i conti con i rincari monstre di materie prime ed energia”.
In proposito il presidente Abi, Antonio Patuelli, ha inviato, insieme al direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini , una lettera ufficiale al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e ai ministri competenti.
Nella missiva Palazzo Altieri “ha rappresentato l’importanza che siano tempestivamente riconfermate nella loro interezza tutte le misure di sostegno alle imprese previste dal cd. Decreto Liquidità dell’8 aprile 2020, e successive modificazioni – si legge in una nota -, con particolare riguardo ai finanziamenti garantiti e alla possibilità di offrire la garanzia pubblica sulle operazioni di ristrutturazione di finanziamenti già erogati innanzitutto per le piccole e medie imprese e sia quanto prima attivata la garanzia SACE a ‘prezzi di mercato’ anch’essa prevista dal citato Decreto Liquidità”.
Si attende con ansia la reazione del governo che, per essere tempestiva, dovrà sicuramente emergere nei prossimi giorni.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
Comments are closed.