È in atto una discriminazione a danno della professione di dottore commercialista, basata su una scarsa conoscenza del ruolo e delle funzioni svolte dalla categoria.
Lo dimostra l’attuale formulazione delle disposizioni normative disciplinanti la figura dell’esperto negoziatore della crisi d’impresa: le modifiche apportate in sede di conversione nella legge del 21 ottobre 2021, infatti, hanno aggiunto anche per i dottori commercialisti un ulteriore requisito di accesso all’elenco degli esperti: l’aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa”.
A denunciarlo i presidenti dei sindacati dei dottori commercialisti Ungdcec, Aidc e Adc Matteo De Lise, Andrea Ferrari e Maria Pia Nucera, che evidenziano come tale requisito “si aggiunge all’iscrizione da almeno cinque anni all’Albo e alla specifica formazione disposta dal ministero della Giustizia. Ma requisito che non era, giustamente, contemplato nella formulazione originaria della norma, in riconoscimento della specifica competenza dei dottori commercialisti, conseguita grazie ad un percorso di studi universitari, un tirocinio, un esame di abilitazione alla professione, tali da assicurare la piena preparazione nelle materie attinenti la crisi d’impresa, l’analisi economico-finanziaria dei bilanci, la conoscenza degli intermediari finanziari e il diritto del lavoro”. I vertici delle associazioni professionali, infine, fanno sapere che, per “garantire una tutela dei commercialisti, abbiamo avviato i lavori per formulare una proposta di modifica e rivisitazione delle disposizioni richiamate”, termina la nota di Ungdcec, Aidc e Adc.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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