Disponibile sul sito del dipartimento delle Finanze la sintesi dell’Osservatorio sulle partite Iva relativa al periodo gennaio – marzo 2022 che consente di verificare puntualmente il numero e le caratteristiche dei contribuenti che hanno chiesto l’apertura di una nuova partita Iva, in base ai dati presenti nell’Anagrafe tributaria.
Le informazioni messe a disposizione dall’Osservatorio sulle partite Iva riguardano i dati relativi a imprese e professionisti suddivisi per natura giuridica, attività economica, territorio e, per le persone fisiche, caratteristiche demografiche (sesso ed età)
Nel primo trimestre 2022 sono state attivate 188.451 partite Iva, dato sostanzialmente in linea a quello del corrispondente periodo dell’anno precedente (+0,2%).
Per quanto riguarda la natura giuridica risulta che circa il 75% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 18,3% da società di capitali, il 3,4% da società di persone.
La quota dei “non residenti”, in deciso calo dopo un lungo periodo di forti incrementi, e delle “altre forme giuridiche” è pari al 3,4% del totale delle nuove aperture.
Confrontando i dati relativi al primo trimestre del 2021, le persone fisiche risultano in aumento (+3,2%), più contenuto per le società di persone (+0,6%), mentre le società di capitali registrano un leggero calo (-2,4%).
Dal punto di vista della ripartizione territoriale, il 46,6% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,2% al Centro e il 30,8% al Sud e Isole. Nello specifico confrontando i dati dello stesso periodo dell’anno precedente risulta che i principali incrementi di avviamenti riguardano Liguria (+11,7%), Lazio (+10,8%) e Basilicata (+10,2%), mentre Veneto (-10,8%), Calabria (-5,8%) e Abruzzo (-5,1%) sono i territori con le maggiori diminuzioni di aperture.
In base alla classificazione per settore produttivo, il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 23,2% del totale riguarda le attività professionali, seguite dal commercio (16%) e dalle costruzioni (11,4%). Rispetto al primo trimestre del 2021, si registrano sensibili differenze tra i settori principali: istruzione (+55,1%), attività sportive e di intrattenimento (+27,9%) e alloggio e ristorazione (+22,3%) mostrano notevoli incrementi, mentre agricoltura (-28%), commercio (-19,9%) e attività finanziarie (-7,6%) evidenziano le flessioni più rilevanti.
Per le persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità (maschi al 60,1%). Il 51,3% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 30% da persone appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo del precedente anno, le classi di età registrano un andamento correlato all’età degli avvianti: dal +5,5% della classe più giovane al -7,9% della più anziana.
Tenendo conto del Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 16,5% delle aperture è attuato da persone nate all’estero.
Infine, dalla lettura dei dati del primo trimestre 2022 emerge l’interesse dei contribuenti per il regime forfetario. Sono 100.594 i contribuenti che hanno aderito al regime, pari al 53,4% del totale delle nuove aperture, con un incremento del 9,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
fonte fiscooggi.it