I mercati sono deboli, altalenanti e volatili. I nuovi casi di Covid-19 in Cina, che hanno portato al lockdown dell’area industriale di Shenzhen e della provincia di Jilin, si aggiungono alle preoccupazioni per la guerra in Ucraina, agli aumenti dei prezzi delle materie prime e all’attesa per la riunione di domani della Fed, che procederà al primo aumento dei tassi di interesse Usa in tre anni.
Il giorno dopo toccherà alla Banca d’Inghilterra rialzare il costo del denaro e successivamente in settimana vi saranno anche le riunioni delle banche centrali di Giappone, Indonesia, Taiwan e Russia. In Asia Hong Kong crolla di oltre il 5% e Shanghai arretra di oltre il 3%, mentre Tokyo chiude a +0,15%.
In Cina si registrano altri 5.280 nuovi casi di Covid-19, alimentati dalla variante Omicron e le autorità di Pechino hanno reagito ordinando un blocco delle attività a Shenzhen fino al 20 marzo, tra cui quella del colosso taiwanese Foxconn, che assembla il 70% di tutti gli iPhone di Apple.
Il timore che tutto ciò possa ripercuotersi negativamente sulla domanda cinese sta abbassando i prezzi del petrolio, che dall’inizio dell’invasione in Ucraina erano invece saliti del 40%. In Asia il Wti scivola sotto i 100 dollari al barile, mentre il Brent è poco sopra i 100 dollari. A Wall Street i future sono deboli e oscillano tra -0,11% e +0,17%, dopo una chiusura debole, la settima nelle ultime otto sessioni, in attesa della Fed, per il rialzo del rendimento sui Treasury, tornati sopra il 2%, e sulla scia dei prolungati colloqui negoziali in Ucraina. In calo dello 0,6% i future sull’EuroStoxx, dopo che ieri le Borse europee avevano chiuso in rialzo, grazie alla flessione dei prezzi del petrolio e del gas.
Proseguono in modo altalenante i negoziati per la pace in Ucraina. Dopo una ‘pausa tecnica’, riprende la trattativa, definita “difficile” dal presidente ucraino Zelensky, tra le delegazioni di Mosca e Kiev, mentre a Roma sono terminati i colloqui tra il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan e il responsabile della politica estera del partito comunista cinese Yang Jiech, resi difficili dall’allarme lanciato dagli Usa secondo cui “la Cina è pronta a fornire armi alla Russia”. Washington è preoccupata per l’allineamento tra Pechino e Mosca e sospetta che la Cina abbia l’intenzione di attaccare Taiwan.
“Serve la massima moderazione” ha detto Yang, esortando Cina e Usa a “gestire le divergenze” e chiedendo a Washington di smettere di screditare Pechino con “informazioni false”. Dopo sette ore di colloqui a Roma tra Cina e Stati Uniti è stato raggiunto un “consenso”, stando a quanto riferisce l’emittente televisiva statale China Central Television, anche se “nell’attuale situazione internazionale, Cina e Stati Uniti dovrebbero rafforzare il dialogo, gestire adeguatamente le divergenze ed evitare conflitti e scontri”.
A Roma Sullivan vedrà il consigliere diplomatico di Mario Draghi Luigi Mattiolo. Intanto Joe Biden sta valutando un viaggio nel Vecchio Continente, anche se è esclusa la possibilità di un faccia a faccia con Putin. Mercoledì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlerà al Congresso degli Stati Uniti, mentre oggi a Bruxelles si terrà una riunione dei rappresentanti dell’Ecofin allargata a tutti i ministri delle Finanze dell’Ue e a cui prenderà parte anche il vicepresidente Bce De Guindos.
Lunedì l’Eurogruppo ha esortato i Paesi più indebitati dell’Eurozona, tra cui l’Italia, ad apportare “aggiustamenti” per ridurre il debito “se le condizioni lo permetteranno”, pur riconoscendo che la guerra in Ucraina ha aumentato l’incertezza sulla ripresa economica. A proposito delle ripercussioni della guerra in Ucraina sull’economia Ue, un alto funzionario ha detto di aspettarsi un impatto “serio ma affrontabile” mentre il commissario Ue Gentiloni ha sostenuto che è prematuro fornire stime attendibili.
La Commissione pubblicherà a maggio le proprie previsioni per l’economia della zona euro. Intanto alla Borsa di Chicago riprende a salire il prezzo del grano, che avanza dell’1,7%, dopo essere sceso del 15%. Giù dello 0,77% il prezzo del mais, mentre s’indebolisce l’oro a 1.949 dollari l’oncia.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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