Nella giornata di venerdì 1 aprile i mercati sono in lieve rialzo, in un contesto instabile, volatile e irregolare. Pesano le incertezze sui negoziati tra Russia e Ucraina, il balzo dell’inflazione che nel secondo semestre rischia di sfociare in una recessione e i rapidi cambiamenti dell’asse geopolitico mondiale, accelerati dal conflitto in Ucraina. In Asia i listini sono misti, sulla scia della chiusura in rosso di Wall Street, che per la prima volta in due anni termina il trimestre giù del 5%, pur salendo del 3,5% a marzo.
In forte calo anche il prezzo del petrolio dopo l’imponente rilascio delle riserve strategiche da parte degli Stati Uniti. Il Wti scende sotto i 100 dollari in Asia, dopo aver chiuso a New York giù del 7%, mentre il Brent arretra sotto i 105 dollari al barile. In calo la Borsa di Tokyo e quella di Hong Kong, mentre quella di Shanghai, in controtendenza, è in rialzo. Nella megalopoli di Shanghai le autorità hanno esteso il lockdown ordinando a molti degli abitanti della città più popolosa della Cina di restare in casa per tutto il tempo che sarà necessario per frenare i contagi di Covid.
I future a Wall Street avanzano di circa mezzo punto percentuale dopo aver chiuso in rosso, appesantiti dallo stallo nelle trattative tra Russia e Ucraina e dall’impennata dell’inflazione, con il Pce, l’indice più seguito dalla Fed per orientare la propria politica monetaria, salito del 6,4% annuale, il livello più alto dal 1983. Anche i future sull’EuroStoxx 50 crescono, dopo che in Europa le Borse hanno chiuso male l’ultima seduta di marzo, mettendo a segno la prima discesa trimestrale dai primi giorni della pandemia del 2020.
A pesare è stato soprattutto il rialzo generalizzato dell’inflazione, che a marzo vola in Italia del 6,7%, in Francia del 4,5%, in Germania del 7,3% e in Spagna quasi del 10%. Intanto negli Usa i rendimenti dei Treasury a 2 e 10 anni si sono invertiti per la prima volta dal 2019, inviando il segnale di una possibile recessione in arrivo nei prossimi mesi. Il tasso del decennale è sceso al 2,331%, mentre quello del biennale si è attestato al 2,337%. Dopo la breve inversione, entrambi i rendimenti si sono appaiati intorno al 2,34%.
Lunedì scorso anche i rendimenti dei Treasury a 5 e 30 anni si erano invertiti, ma per i mercati è molto più significativa questa inversione dei tassi a 2 e 10 anni. Sul fronte energetico il Brent e il Wti questa settimana hanno perso circa il 13%, il top da 2 anni.
Oggi è attesa la riunione dell’Aie, l’Agenzia internazionale dell’Energia per discutere un ulteriore rilascio di petrolio di emergenza, che farebbe seguito all’accordo dello scorso primo marzo di rilasciare circa 60 milioni di barili. La riunione odierna giunge dopo che ieri il presidente Joe Biden ha annunciato un rilascio di 1 milione di barili al giorno per sei mesi a partire da maggio. Si tratta del più grande rilascio della storia da parte della Strategic Petroleum Reserve statunitense.
L’obiettivo è quello di abbassare il prezzo del petrolio per compensare il calo delle forniture di greggio dalla Russia. Inoltre Washington ha dovuto anche supplire al mancato ruolo di calmieratore dei prezzi dell’Opec+, l’organizzazione dei Paesi produttori di greggio, di cui fanno parte anche l’Arabia Saudita e la Russia, la quale ieri ha ignorato le richieste di allentare la pressione sui prezzi, limitandosi ad aggiustare di poco l’aumento della sua produzione di greggio.
Oggi dovrebbero riprendere i negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina, in attesa che la Turchia riesca a mettere assieme i due ministri degli Esteri, Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba, per ridare fiato a una trattativa che attualmente è in fase di stallo. Si terrà anche l’atteso l’incontro virtuale di Charles Michel e Ursula von der Leyen, presidenti del Consiglio e della Commissione europea, con il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Kequiang.
In giornata usciranno i dati di marzo sul mercato del lavoro Usa, quelli sull’inflazione nell’Eurozona a marzo, prevista in rialzo dal 5,9% al 6,7%, gli interventi a Cernobbio di Isabel Schnabel e Klass Knot, due esponenti della Bce considerati più ‘falchi’ che ‘colombe’ e, la sera a mercati statunitensi chiusi, Moody’s rilascerà le sue valutazioni sul rating e sull’outlook dell’Italia.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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