L’India, secondo produttore di grano al mondo dopo la Cina, decide di vietare, con effetto immediato, tutte le esportazioni di frumento nel tentativo di proteggere la sicurezza alimentare nazionale facendo scattare l’allarme rosso in tutto l’Occidente, preoccupato anche dal ritorno di spinte “protezionistiche”.
L’annuncio è arrivato nel giorno in cui si riunisce il G7 dei ministri del’Agricoltura a Stoccarda suscitando un’ondata di timori: i paesi occidentali, dopo la situazione in Ucraina, infatti, rischiano di dover far eseriamente i conti con una crisi alimentare senza precedenti.
“Questa decisione servirà solo ad aggravare la crisi di approvvigionamento”, hanno criticato i Sette grandi. “Se tutti cominciano a imporre restrizioni alle esportazioni o addirittura a chiudere i mercati, questo potrà solo aggravare la crisi con effetti negativi anche per l’India e i suoi agricoltori”, ha dichiarato il ministro tedesco dell’Agricoltura, Cem Ozdemir, al termine della riunione .
“Facciamo appello all’India perché prenda le sue responsabilità in quanto membro del G20”, ha aggiunto riferendosi direttamente al governo di New Delhi che stamattina ha annunciato la misura.
La decisione in attesa dei dati sull’inflazione
La decisione di Delhi è stata resa nota a 24 ore dalla pubblicazione dei dati sull’inflazione annuale, salita all’8,38 per cento, con i prezzi al dettaglio che, nel mese di aprile, hanno toccato il massimo storico da otto anni. L’India si trova in grandi difficoltà a causa dell’anomala ondata di caldo che ha colpito il paese.
In molte zone la temperatura sta raggiungendo i 46 gradi e sono previsti picchi fino a 48 gradi. Le dimensioni del raccolto potrebbero essere quindi inferiori molto inferiori al previsto, forse al di sotto dei 100 milioni di tonnellate.
Delhi inverte la politica delle forniture
Il governo indiano ha, con l’annuncio di oggi, fatto una curva a U nella politica delle forniture a livello globale: motivazione quella di colmare una carenza alimentare nel Paese e nell’area. Il “picco improvviso dei prezzi globali del grano ha messo a rischio la sicurezza alimentare dell’India, dei Paesi vicini e di altre nazioni vulnerabili”, ha spiegato la direzione generale del Commercio estero, come riportano i media indiani.
Le autorità puntano a raffreddare i costi dei generi alimentari sul mercato interno. A metà febbraio, il ministero all’Agricoltura indiano aveva previsto che il raccolto della stagione avrebbe toccato il record di 111,3 milioni di tonnellate e che le esportazioni sarebbero decollate.
Il ministro del Commercio e Industria Piyush Goyal, il 15 aprile sull’onda della guerra in Ucraina e delle conseguenze sull’export di alimenti, in un tweet, aveva scritto: “Gli agricoltori indiani hanno messo da parte un eccesso di riserve e sono pronti a sfamare il mondo“.
Gli acquirenti globali puntavano sul secondo produttore mondiale di grano per le forniture dopo il crollo delle esportazioni dalla regione del Mar Nero in seguito all’invasione russa dell’Ucraina alla fine di febbraio. E prima del divieto, l’India mirava a spedire un record di 10 milioni di tonnellate all’estero. Ad aprile ne aveva esportato 1,4 milioni di tonnellate ed erano stati firmati contratti per altri 1,5 milioni.
Il governo ha assicurato che consentirà ancora l’export per lettere di credito che sono già state emesse e su richiesta dei Paesi che stanno cercando di “soddisfare le proprie esigenze di sicurezza alimentare”. La decisione potrebbe portare i prezzi globali a nuovi picchi e colpire i consumatori poveri in Asia e Africa. L’ITC, l’azienda più grande esportatore di grano dell’India, aveva previsto un triplice aumento delle esportazioni di grano del Paese nel 2023 e che i prezzi interni regneranno a un livello più alto durante tutto l’anno. ITC è il più grande acquirente di grano indiano dopo la Food Corporation of India (FCI). –
India seconda dopo la Cina
Nel mondo vengono prodotte 749.467.531 tonnellate di grano all’anno. La Cina è il più grande produttore di grano al mondo con un volume di produzione di 131.696.392 tonnellate all’anno. L’India è seconda con 93.500.000 tonnellate di produzione annuale. La Russia è terza con 73.294.568 tonnellate, seguita dagli Usa con 62.859.050 tonnellate e il Canada 30.486.700. L’Italia è con 8.037.872 e’ classificata al 19esimo posto.
fonte agi.it