I dati dell’economia italiana sono incoraggianti. Il Pil nel 2021 è cresciuto come in nessun altra nazione al mondo. Adesso però c’è un pericolo enorme: il caro bolletta per ciò che concerne l’energia.
Nel ha parlato il presidente della Confindustria Carlo Bonomi,
“Pre-pandemia, pagavamo otto miliardi l’anno di bolletta energetica. Quest’anno rischiano di essere 37. Servono interventi strutturali che aumentino l’offerta di energia, da destinare alle imprese”.
“In Francia, il governo sta riservando il 70% dell’energia nucleare a basso costo alle imprese e anche noi abbiamo bisogno di qualcosa di simile, con le nostre capacità. Possiamo raddoppiare la produzione nazionale di gas in 12-15 mesi e – sottolinea il leader degli industriali – destinare una quota all’industria, con contratti pluriennali a prezzi ragionevoli. Possiamo aumentare la produzione da rinnovabili da riservare all’industria. Ci sono centinaia di impianti di rinnovabili fermi per questioni amministrative. è tempo di sbloccarli”.
“Sono d’accordo con Mario Draghi: con questo debito pubblico gigante, dobbiamo crescere, crescere, crescere. Eppure – osserva ancora Bonomi – sembra che il tema non interessi a nessuno. Pochi parlano di cio’ che serve per invertire la frenata e rafforzare l’economia nel medio e lungo periodo. Nell’anno che resta alle elezioni, ci si deve concentrare su quello che mi piace definire riformismo competitivo: non interventi a margine ma riforme efficaci, che rendano moderno e competitivo il Paese. Per un’economia che lavora e trasforma materie prime importate, è la sola strada”.
Quanto alle riforme, prosegue il numero uno di Confindustria, “giustizia e concorrenza in primis. Su quest’ ultima, spero – dice Bonomi – non si finisca per allargare ancora gli affidamenti diretti in house a società degli enti locali come successo per le gare del Pnrr. Lo trovo contraddittorio con l’enfasi pro-concorrenza delle prime pagine del Piano. Ma la vera sfida è la delega fiscale: è il momento di un taglio deciso e strutturale al peggior ostacolo della nostra competitività, il cuneo fiscale. Nel Paese lavora il 37% degli italiani, un’inezia. Vanno creati incentivi al lavoro”.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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