“I partiti devono capire che siamo appesi al filo europeo: non si possono fare proposte solo elettorali che stracostano. Bisogna dire e fare cose serie o rischiamo la catastrofe finanziaria”. Questa la premessa del presidente del Cnel Tiziano Treu, interpellato dall’AGI sui programmi dei partiti in materia di lavoro.
Il richiamo di Treu è all’applicazione del Pnrr: “Se non seguiamo il Piano e facciamo discorsi impossibili, l’Ue non ci trasferirà le risorse, di cui abbiamo bisogno come il pane. Se ci togliessero 30 miliardi, saremmo ‘in braghe di tela’. L’adempimento del Pnrr è una questione quasi pregiudiziale anche per il lavoro. Questo è il presupposto necessario”.
Al centrodestra che chiede un adeguamento del Pnrr, il presidente del Cnel replica: “Prima bisognerebbe far vedere che siamo capaci di attuarlo ed è un impegno eccezionale. Rischiamo che ci vengano tolti i fondi. Per di più, molte proposte sono costosissime, come la pensione a 41 anni strutturale”.
Anche le proposte di decontribuzione, avanzate in modalità differente da tutte le forze politiche, “hanno un costo – fa notare l’ex ministro del Lavoro – e bisogna calcolarlo bene”. Quanto agli incentivi alle assunzioni “non si negano a nessuno”, sottolinea Treu, ma da soli “non sono sufficienti. È la situazione economica generale che può farli funzionare”.
Ma i partiti vogliono aumentare l’occupazione di giovani e donne, in particolare al Sud….”Giusto ma ricordo che è già il Pnrr a dirci che dobbiamo attuare una serie di misure a questi fini. C’è infatti la condizionalità che il 30% dei nuovi occupati sia composto da giovani e donne. È una cosa fondamentale, ma sembra non sia presa in giusta considerazione: non è una cosa facile da applicare e richiede precisi impegni”.
Secondo Treu “i risultati sull’occupazione raggiunti nell’ultimo anno e mezzo non sono venuti dal cielo: sono stati messi in moto investimenti e riforme che hanno a che fare con il Pnrr e su questa linea bisogna proseguire”.
E le proposte su contratti a termine avanzate dal Pd e quelle sui voucher del centrodestra? “Il Pd riprende le idee della Spagna dove se l’impresa non stabilizza il lavoratore paga di più. Pare che stia funzionando”.
“Sui voucher credo vadano bene se sono usati per lavori di cura e baby sitter, adottando la regolamentazione francese che funziona da anni. Se invece vogliono utilizzarli per tutto il lavoro stagionale l’idea non mi convince, perchè si può fare ricorso a un normale contratto a termine, dando la priorità a chi ha fatto la stagione precedente”.
Quanto al reddito di cittadinanza, che il M5S difende a spada tratta, il Centrodestra vuole sostituire, Azione e Iv intendono riformare profondamente, Treu sottolinea: “Esistono indagini comparate tra i vari Paesi europei: basterebbe prendere l’esperienza da chi lo ha da tempo. Il nostro sistema è squilibrato a svantaggio delle famiglie numerose. Bisogna renderlo corrispondente ai bisogni familiari. Poi occorre distinguere le finalità: lotta alla povertà e politiche attive. Naturalmente servono controlli e bisogna far funzionare sul serio le politiche attive del lavoro, una questione che si trascina da 20 anni. Su questo ci sono un pò di soldi e in alcune regioni le cose cominciano ad andare bene come in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, anche un pò il Lazio. Ma nelle regioni del Sud siamo indietro anche perchè non c’è il lavoro”.
Eppure, osserva il presidente del Cnel, il mismatch, cioè la sfasatura tra domanda e offerta di lavoro, è un problema che ci portiamo dietro da anni: “La scuola non è correlata alle tendenze del futuro quindi bisogna investire sugli istituti tecnici e migliorare l’orientamento per aiutare i giovani a trovare la loro strada, nonchè accompagnare i meno giovani nel processo di aggiornamento digitale, in modo che le opportunità di crescita si traducano in lavoro”.
E come valuta la proposta Pd di azzeramento della tassazione fino 25 anni? “Non dico sia sbagliata ma occorre capire quanto costa. Sicuramente c’è sempre più voglia di fare un lavoro indipendente e questa tendenza va sostenuta. L’esempio è quella della Francia, per dare un’autonomia finanziaria minima ai giovani”.
In merito all’idea di redigere uno Statuto dei lavori (proposta M5S), Treu ricorda che “se ne è parlato molto al Cnel” ed è stato depositato un disegno di legge: “è un’idea giusta, già molto chiara in Europa, ma va scritta bene; il lavoro era già stato iniziato con lo Statuto del lavoro autonomo del 2017”.
Infine, il salario minimo: “Eravamo abbastanza vicini a una posizione comune. L’Europa ci dà due possibilità: fare una legge o applicare i minimi contrattuali. Credo sia opportuno seguire questa seconda strada perché le parti sociali la preferivano e non mi sembra il caso di mettersi contro sindacati e associazioni datoriali. Però poi bisogna anche fare una legge sulla rappresentatività come indica il programma del Pd. Anche al Cnel ci abbiamo lavorato molto ma ci sono ancora resistenze. Non è chiaro come misurare la rappresentatività dei datori di lavoro che sono i più frammentati. I contratti depositati al Cnel sono spesso firmati da associazioni che nessuno conosce. Una legge – conclude – sarebbe importantissima per fermare i contratti pirata”.
fonte agi.it