Il rublo è salito al massimo di due anni sia contro l’euro sia contro il dollaro, sostenuto dai pesanti controlli sui capitali da parte della banca centrale nel giorno dell’annuncio del nuovo round di sanzioni dell’Unione europea contro la Russia.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha proposto un embargo petrolifero graduale su Mosca, oltre a sanzionare la sua banca principale e bandire le emittenti dalle onde radio europee, nel tentativo di accentuare l’isolamento di Mosca.
La valuta russa sale del 2,55% conto il dollaro a 66,751 dopo aver toccato 68,375, top da giugno 2020 e avanza del 2,55% rispetto all’euro a 70,227 dopo aver raggiunto 71,91, massimo da febbraio 2020.
Il rublo si rafforza nonostante l’aumento dell’inflazione e la forte contrazione economica provocata dalle sanzioni contro Mosca.
Le autorità russe hanno imposto alle aziende orientate all’esportazione di convertire l’80% di tutte le entrate in rubli a tassi denominati nel mercato interno dalla borsa di Mosca, mentre gli investitori stranieri non possono uscire dalle loro posizioni azionarie al Moex.
Il rublo è precipitato al minimo storico di 150 per un dollaro due settimane dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Sul fronte della politica monetaria, il tasso di riferimento fissato dalla Cbr è del 14%, inferiore alla risposta all’emergenza della Cbr che ha portato il tasso al 20%, ma comunque superiore di 450 punti base rispetto ai livelli pre-invasione.
Gli investitori restano focalizzati sulla graduale riduzione dei severi controlli sui capitali, poiché le autorità hanno prolungato da 3 giorni a 60 giorni il tempo per cui gli esportatori devono vendere i loro ricavi in valuta estera.
Intanto la Borsa di Mosca procede contrastata, con il Moex denominato in rubli che scende del 2,07% mentre l’indice Rts in dollari sale dell’1,27%.
Le vendite colpiscono soprattutto Sberbank, in calo del 2,70% dopo l’annuncio dell’esclusione dalla piattaforma Swift. Giù anche Gazprom a -2,16% e Lukoil -3,06%.
fonte agi.it