La Russia continua ad aumentare la propria presenza militare dentro e fuori dall’Ucraina. Negli ultimi mesi ha schierato circa 100 mila soldati lungo il confine orientale, nei pressi della regione filorussa del Donbass, e su quello meridionale, nella Crimea annessa nel 2014.
Nelle ultime settimane ha inviato altre truppe in Bielorussia, sul confine settentrionale del Paese, ufficialmente per un’esercitazione congiunta con l’esercito di Minsk.
Con questo dispiegamento militare l’Ucraina è di fatto circondata su tre lati, mentre il presidente americano Joe Biden ha allertato circa 8.500 soldati da inviare nel Baltico e nell’Est Europa. Gli Stati Uniti chiedono il ritiro dei militari russi ammassati al confine orientale ucraino ed al contempo intensificano le consegne di armamenti all’Ucraina.
Intanto Vladimir Putin chiede alla NATO di ritirare le proprie truppe da Bulgaria, Romania e dagli altri stati ex comunisti dell’Europa orientale.
Il progetto Del leader russo è finalizzato alla lenta ricostruzione dell’area d’ influenza geopolitica che La Russia ha perso in seguito alla caduta del muro di Berlino.
Ma in ballo non vi è solo una questione diplomatica e di sicurezza, ma anche economica.
Innanzitutto c’è il problema del gas: Mosca vuole dimostrarsi un fornitore affidabile agli occhi dell’Europa ma, se la Nato dovesse imporre sanzioni, potrebbe tagliare la distribuzione.
L’Europa dipende infatti dal gas russo per il 40% dei suoi consumi, mentre un altro 30% arriva dalla Norvegia e un 30% da Libia e Algeria. Ed è per questo motivo che gli Usa sono in trattativa con il Qatar per forniture di gas a favore dell’Europa nel caso di attacco da parte di Mosca. Gas il cui prezzo è aumentato negli ultimi mesi mettendo a rischio molti impianti ed in crisi numerose aziende che si fermerebbero per l’impossibilità di produrre a costi così elevati.
Mosca, che in ballo ha anche l’approvazione del gasdotto Nord Stream 2, potrebbe subire un contraccolpo economico dato da questa situazione, ma ritiene di avere un mercato alternativo in Cina e si sta già muovendo in questo senso.
Il presidente americano ha assicurato di avere «totale unanimità» con gli alleati europei. Compresa, quindi, «l’esigenza di una risposta comune – sottolineata da Palazzo Chigi -, capace di tenere aperto un canale di dialogo con la Russia per allentare le tensioni, chiarendo nel contempo le gravi conseguenze che un ulteriore deterioramento della situazione potrebbe comportare».
by dott.ssa Angela Polverino Area Imprese Network
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