È il nodo della clientela quello che più preoccupa gli studi professionali alla vigilia del 15 ottobre. Nessun dubbio, infatti, che da venerdì 15 ottobre il green pass sia obbligatorio anche per gli studi professionali, che sono luoghi di lavoro a tutti gli effetti. Molto più incerta – se non addirittura esclusa – l’applicazione del controllo in ingresso anche ai clienti dei professionisti.
Tanto che le prime linee guida varate dai Consigli nazionali (in prima fila avvocati e architetti) non riescono sul punto a fornire molte indicazioni concrete.
La norma che istituisce l’obbligo del green pass è volutamente generica e ampia e ricomprende «chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato». Non solo i dipendenti di studio quindi, ma anche gli stessi liberi professionisti «anche per l’accesso al proprio studio» come ricordano le linee guida del Consiglio nazionale architetti (Cnappc). E anche per i praticanti – sottolinea il Consiglio nazionale forense – che «pur in assenza di indicazioni concrete… svolgono l’attività lavorativa presso lo studio professionale».
Al pari di tutti gli altri datori di lavoro anche i professionisti devono quindi entro la scadenza del 15 ottobre:
– definire le modalità operative per organizzare le verifiche del green pass, anche a campione;
– individuare, con atto formale, i soggetti incaricati dell’accertamento delle violazioni degli obblighi.
Chi non lo fa rischia una sanzione da 400 a mille euro.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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