La pandemia ha lasciato cicatrici profonde nel mercato del lavoro. In particolar modo tra i giovani. Il rapporto “Global Employment Trends for Youth” dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) stima infatti che a fine 2022 saranno 73 milioni i giovani disoccupati nel mondo.
Un dato in leggera flessione rispetto ai 75 milioni dello scorso anno, ma di 6 milioni al di sopra del 2019, proprio per effetto del Covid19. Ancora peggio per i cosiddetti ‘neet‘ ovvero i giovani non occupati, né istruiti o in formazione: nel 2020, ultimo anno per cui è disponibile una stima globale, era salita al 23,3% ad un livello che non si vedeva da almeno 15 anni.
A pagare il prezzo più alto sono le giovani donne. Nel 2022 si stima che solo il 27,4% di loro a livello globale avrà un’occupazione, un dato molto inferiore al 40,3% dei giovani uomini. Un divario che cresce del 17,3% nei i Paesi a basso reddito.
Le differenze geografiche sono infatti ampie e rischiano di farsi ancora più nette visto che, come si legge nel rapporto, “si sono registrati progressi sostanziali nella riduzione della disoccupazione giovanile, sia per le donne che per gli uomini ma è molto probabile che gli shock reali e potenziali della guerra in Ucraina influenzino i risultati”.
In Europa e Asia Centrale il tasso di disoccupazione giovanile dovrebbe essere rispettivamente 16,4% e 14,9%. Livello simile anche per l’Asia e il Pacifico al 14,9% ma ben al di sopra del Nord America dove il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi all’8,3%. Molto peggiore la situazione nei paesi a basso reddito.
In America Latina il tasso di disoccupazione giovanile arriverà a superare un preoccupante 20% mentre in Africa il tasso al 12,7%, secondo l’Organizzazione, “nasconde in realtà il fatto che molti giovani hanno scelto di ritirarsi completamente dal mercato del lavoro”.
Peggiore scenario per le giovani donne è quello che emerge dai Paesi arabi dove il tasso di disoccupazione femminile schizza al 42,5% nel 2022, quasi tre volte superiore alla media mondiale per le giovani donne (14,5%). Scenari che potrebbero cambiare con i giusti investimenti.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che entro il 2030 facendo leva su green, digitale e sociale si potrebbero creare 139 milioni di nuovi posti di lavoro, di cui 32 milioni per i giovani. Il green e il settore legato all’ambiente potrebbe creare 8,4 milioni di nuovi posti di posti di lavoro per i giovani, il digitale 6,4 milioni (24 milioni quelli totali creati da una diffusione omogenea della banda larga) e 17,9 milioni il settore dell’istruzione e dell’assistenza.
fonte agi.it