Definite le modalità di intervento del fondo istituito dalla legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 97, legge n. 178/2020), e rinforzato dal Pnrr, a sostegno delle imprese a prevalente partecipazione femminile. Gli incentivi possono prendere la forma di un contributo a fondo perduto e di un finanziamento agevolato o di entrambi. Sono rivolti ai nuovi soggetti o al consolidamento e allo sviluppo di quelli esistenti.
A fissare le modalità operative, gli obiettivi e i requisiti di accesso, il decreto interministeriale del 30 settembre 2021, a firma del Mise, di concerto con il Mef e con il ministero per le Pari opportunità e la Famiglia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 14 dicembre.
Il fondo, istituito presso il Mise, è nato con una dotazione di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 da utilizzare per “promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell’imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese”. Come dichiarato dallo stesso ministro per lo Sviluppo economico, le risorse saranno presto rinforzate grazie agli stanziamenti destinati all’imprenditoria femminile previsti dal Pnrr, pari a 400 milioni di euro.
La misura è destinata alle imprese con prevalente presenza di donne e alle lavoratrici autonome. Per quanto riguarda la prima categoria sono considerate imprese femminili:
– le cooperative e le società di persone in cui le donne rappresentano almeno il 60% dei componenti la compagine sociale;
– le società di capitale le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne;
– le imprese individuali la cui titolare è una donna.
Possono usufruire delle agevolazioni tutte le imprese, in possesso di tali caratteristiche, di qualsiasi dimensione, con sede legale e/o operativa nel territorio nazionale, già operative o di nuova costituzione.
I contributi seguono due linee d’azione:
– incentivi per la nascita e lo sviluppo di nuove imprese (produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli, fornitura di servizi in qualsiasi settore, commercio e turismo);
– incentivi per lo sviluppo e il consolidamento di imprese attive.
Nel primo caso possono richiedere la sovvenzione le società a maggioranza donne (secondo i criteri sopra descritti) costituite da meno di dodici mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, e le lavoratrici autonome con partita Iva aperta da meno di un anno alla data di presentazione della richiesta dell’agevolazione. La misura è a favore anche delle persone fisiche che intendono costituire una nuova impresa femminile.
Le iniziative devono prevedere spese ammissibili non superiori a 250mila euro, al netto d’Iva, per i programmi di investimento che prevedono la costituzione e l’avvio di una nuova impresa femminile, o non oltre 400mila euro, al netto d’Iva, per i programmi di investimento volti allo sviluppo e al consolidamento di imprese femminili.
La “missione” dello stanziamento non si esaurisce qui. È infatti previsto che il fondo sia utilizzato anche per programmi destinati alla diffusione della cultura e alla formazione imprenditoriale femminile, attuati, in accordo con il Mise, del gestore fondo stesso, ossia l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa (Invitalia).
Il bonus è assegnato in forma di contributo a fondo perduto o di finanziamento agevolato, anche combinati tra loro, ed è cumulabile con altri aiuti di Stato, anche de minimis, nei limiti previsti dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato di riferimento.
Il finanziamento ha una durata massima di 8 anni, è a tasso zero, e non richiede garanzie.
Il tipo e l’entità dell’incentivo dipendono dalle linee di azione e dall’ammontare delle spese ammissibili previste nei programmi di investimento.
In particolare, alle nuove imprese è riconosciuto un contributo a fondo perduto pari:
– all’80% delle spese ammissibili, fino al limite di 50mila euro, per i programmi di investimento che prevedono spese ammissibili non superiori a euro 100mila euro;
– al 50% delle spese ammissibili, per i programmi di investimento che prevedono costi agevolabili superiori a 100mila euro e fino a 250mila euro.
Il bonus destinato allo sviluppo e al consolidamento delle società a maggioranza donne è assegnato secondo le seguenti modalità:
– per le società costituite da non più di 36 mesi alla data di presentazione della domanda di accesso all’incentivo, le agevolazioni sono concesse fino a copertura dell’80% delle spese ammissibili, in egual misura in forma di contributo a fondo perduto e in forma di finanziamento agevolato;
– per le imprese che hanno superato i 36 mesi alla data di presentazione della domanda, i benefici sono attribuiti come al punto precedente in relazione alle spese di investimento, mentre le esigenze di capitale circolante costituenti spese ammissibili sono agevolate come cfp.
Le agevolazioni possono essere richieste per le spese sostenute in relazione alle immobilizzazioni materiali e immateriali, ai servizi cloud funzionali ai processi portanti della gestione aziendale, al personale dipendente e per le esigenze di capitale circolante, nel rispetto delle condizioni e delle soglie previste dal decreto interministeriale del 30 settembre.
Oltre ai benefici su menzionati, sono previsti servizi di assistenza tecnico-gestionale, per un importo massimo di 5mila euro per impresa usufruibile in parte attraverso servizi prestati del gestore del fondo (Invitalia) e in parte tramite voucher per l’acquisto di servizi specialistici presso terzi.
I programmi di investimento per cui si chiedono gli incentivi devono essere realizzati entro ventiquattro mesi dalla data di trasmissione del provvedimento di concessione del bonus controfirmato dall’impresa femminile beneficiaria, pena la revoca delle agevolazioni concesse. Su richiesta della richiedente e sulla base di motivi idonei, il gestore può autorizzare una proroga non superiore a sei mesi.
Le agevolazioni saranno concesso sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello.
Le richieste vanno compilate esclusivamente online, utilizzando la procedura informatica messa a disposizione in un’apposita sezione del sito internet di Invitalia. L’apertura dei termini e le modalità per la presentazione delle istanze saranno definite dal ministero per lo Sviluppo economico con successivo provvedimento, con il quale saranno fornite anche le necessarie specificazioni per la corretta attuazione degli interventi ammessi.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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