La guerra in Ucraina rallenta la ripresa mondiale, con il pil previsto crescere quest’anno e il prossimo del 3,6%, ovvero 0,8 e 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Più consistente la frenata nell’area euro, che terminerà il 2022 in rialzo del 2,8%, l’1,1% in meno rispetto al previsto, zavorrata dalla Germania e dall’Italia che chiuderà l’anno con una crescita del 2,3%, un punto e mezzo meno delle attese.
Lo afferma il Fmi osservando come l’invasione della Russia ha rafforzato le pressioni inflazionistiche e messo in pericolo l’ordinamento delle regole che hanno governato le relazioni economiche internazionali dalla Seconda Guerra Mondiale. “I rischi all’outlook sono al ribasso”, sostiene il Fondo spiegando come a pesare sulle prospettive non e’ solo il conflitto ma anche la pandemia, il rallentamento della Cina e i rialzi dei tassi di interesse. L’inflazione è un “chiaro pericolo” per molti paesi: “restera’ elevata piu’ a lungo del previsto”.
Lo afferma Pierre-Olivier Gourinchas, il capo economista del Fmi, sottolineando che la guerra ha “aumentato il rischio di una frammentazione dell’economia in blocchi geopolitici” con standard, sistemi di pagamento e valute di riserve diverse. L’inflazione elevata “complicherà” l’azione delle banche centrali, che dovranno contemporaneamente contenere le pressioni dei prezzi e salvaguardare la crescita, aggiunge il Fondo prevedendo un’inflazione al 5,7% quest’anno per le economie avanzate e all’8,7% in quelle emergenti e in via di sviluppo.
La guerra inoltre affonda l’economia dell’Ucraina e della Russia. Secondo le stime del Fmi, dopo il +4,7% del 2021 il Pil russo si contrarrà quest’anno dell’8,5% e il prossimo del 2,3%. A gennaio il Fondo aveva previsto per la Russia una crescita del 2,8% quest’anno e del 2,1% il prossimo. Una contrazione ben più severe la sperimentera’ l’Ucraina, che nel 2022 vedrà il Pil crollare del 35%.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
Comments are closed.