“È giunta l’ora di un ‘patto fiscale’ che possa andare incontro alle esigenze di imprese e famiglie italiane, alle prese con la crisi economica, e rendere sostenibili i debiti tributari.
Un ‘patto’ dove allo stesso tavolo possano sedere tutti gli attori in campo: istituzioni, Agenzia delle Entrate, imprese e dottori commercialisti.
Sarebbe una svolta per il Paese e contribuirebbe a ricostruire, su un binario di equilibrio, il rapporto fra Stato e contribuente”. A pensarla così il presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) Matteo De Lise. “Da tempo – afferma, in una nota – ci interroghiamo su cosa non abbia funzionato nelle prime tre rottamazioni messe in campo e quali siano le maggiori difficoltà delle imprese italiane. Nei dati che stiamo raccogliendo è evidente che troppo spesso gli squilibri finanziari delle aziende non riguardano fornitori e banche ma solo, o principalmente col fisco”, aggiunge il vertice del sindacato professionale. “Per questo, le commissioni dell’Ungdcec stanno lavorando a un’ipotesi per la quale dovrebbero essere i commercialisti a realizzare piani di ristrutturazione del debito fiscale basati principalmente sulla programmazione finanziaria, sia in momenti di crisi, che di pre-crisi. Significherebbe proporre al Fisco piani di rientro che abbiamo una concreta sostenibilità per le aziende, oltre che un gettito certo per lo Stato garantito da numeri e programmazione. Ipotesi che prevedano anche il saldo e stralcio, ma non come unica strada”, si legge, infine.
fonte ansa.it