“L’ipotesi di un’approvazione del disegno di legge sull’equo compenso ‘sic et simpliciter’, tanto criticato e avversato dai professionisti stessi, è frustrante” ed è “già è svilente che serva una legge per decidere che un professionista debba essere pagato il giusto (‘in primis’ dalla Pubblica amministrazione), ma dovere anche difendere con i denti la nostra dignità ci appare veramente eccessivo”, perciò “rischiare di essere addirittura penalizzati”, mediante questo testo, “ci sembra eccessivo e aberrante”.
Questa la presa di posizione di due sindacati dei commercialisti, Adc e Ungdcec, presieduti da Maria Pia Nucera e Matteo De Lise, sul provvedimento riguardante l’equo compenso per le prestazioni professionali che oggi torna all’esame della Commissione Giustizia del Senato, dopo mesi di ‘stop’ e ancora senza i pareri sui circa 150 emendamenti presentati da parte della Commissione Bilancio; il riferimento delle associazioni di categoria alla possibilità di “essere addirittura penalizzati” dalla norma riguarda il capitolo che prevede che, in caso il professionista accetti una remunerazione non giusta, l’Ordine può sanzionarlo.
La questione, specifica la nota di Adc e Ungdcec, “non è centrata su eventuali incentivi, o guarentigie, ma sul diritto di essere pagati il giusto, e non essere vessati da norme deontologiche ingiustificate” con “ingerenze oltre misura nel nostro lavoro”
fonte ansa.it