di Liberato Ferrara*
Paolo Scaroni è conosciuto oggi per essere il presidente del Milan. Il che lo qualifica: essendo quella rossonera una società di proprietà di un fondo, la presidenza non è stata affidata a quelli che una volta erano definiti “ricchi scemi”. Ma ad un tecnico che sa come far funzionare una società. In questo contesto non ci interessa i suoi meriti sportivi ma quanto ha dichiarato l’altra sera nella trasmissione di Barbara Palombelli. Scaroni tra il 2002 e il 2014 è stato amministratore delegato di Enel ed Eni.
Le sue parole fotografano alla perfezione quella che è una “maledizione” italiana. Si parlava della crisi energetica: il nostro Paese è ben lontano dall’autosufficienza in materia energetica. Ce ne stiamo accorgendo in questi giorni a seguito della guerra tra Russia ed Ucraina. L’Italia è dipendente dal gas russo, e non sappiamo cosa sarà della fornitura di qui a qualche mese.
Il nostro paese, a dire di Scaroni, ma c’è poco da dissentire, è vittima dei signor No. Di quelli che vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca. In Italia è stato detto no al nucleare, non ai rigassificatori, non allo sfruttamento dei giacimenti di gas. Per anni si provato a non far arrivare il gasdotto in Puglia.
Il risultato è che siamo completamente dipendenti dall’estero. E, come insegnano i classici, se non ci indipendenza energetica un Paese non sarà mai davvero indipendente.
In attesa di capire cosa succederà in Russia, il Governo ha stretto nuovi accordi commerciali con Algeria, Congo, Monzambico. A naso si tratta, basti pensare all’Algeria, di nazioni che possiamo considerare addirittura più problematiche della Russia. Insomma il problema potrebbe riproporsi tra poco. In ogni caso non si risolve il problema della dipendenza in materia energetica.
E dire che in Italia ci sono giacimenti di gas in grado di produrre, a dire di Scaroni, 20 miliardi di tonnellate di gas l’anno. E poi c’è il fotovoltaico e l’eolico che da noi sono ostacolati.
Ma il vero vulnus resta il nucleare. La Francia è completamente indipendente in materia energetica grazie al nucleare che al momento garantisce il 90% di quanto serve ai nostri cugini. La cosa ridicola è che molte centrali nucleari sono vicinissime al confine con l’Italia. Ammesso e non concesso che l’energia nucleare possa ancora dirsi pericolosa, noi ne subiamo tutti i rischi, senza averne i benefici.
Si dice che le grandi catastrofi in genere poi portano a grandi miglioramenti nella vita umana. Perché dopo una catastrofe, sia essa sanitaria, naturale, o di natura bellica, poi ci sono grandi passi in avanti. La necessità aguzza l’ingegno.
La guerra in Ucraina difficilmente ci vedrà protagonisti diretti, a prescindere dalle minacce russe. Probabilmente il gas russo non mancherà mai. La speranza è che la “grande paura” possa servire a sbloccare la situazione italiana. Che l’energia possa arrivare dal nucleare o da altri fonti rinnovabili l’importante sarà rimuovere quei veti che impediscono al Paese di essere se non autosufficiente, almeno non dipendente in tutto e per tutto dall’estero.
*giornalista professionista