di Liberato Ferrara*
Pandemie e guerre portano lutti e criticità economiche. Ma quasi sempre sono poi il punto di partenza per grandi balzi in avanti dell’umanità. Dopo la peste di Firenze, quella raccontata dal Boccaccio, da Firenze partì il Rinascimento. Dopo la II guerra mondiale c’è stato il boom economico. Siamo reduci da due anni devastanti, prima il Covid, adesso la guerra in Ucraina. Non siamo ancora fuori dal tunnel, ma già dovremmo essere proiettati in avanti. Covid e guerra hanno evidenziato due criticità nel sistema Italia. Col Covid e lo smart working abbiamo toccato con mano l’arretratezza della rete internet, con la guerra è esploso il problema energetico. Il futuro passa dalla digitalizzazione, dalla velocità della trasmissione dei dati. Oltre che dall’autonomia energetica.
Se l’Italia riuscisse a migliorare la sua rete e ad avviarsi verso un’autosufficienza energetica sarebbe un grande passo avanti. Ma…
E’ sconcertante notare come i politici, forse sarebbe il caso di parlare di politicanti, di tutto parlino tranne che di queste cose. A loro non sembra interessare il futuro della nazione, ma solo il loro futuro, inteso come consenso elettorale. E difatti parlano di temi che saranno anche di grande appeal, come la fornitura di armi all’Ucraina, ma che per altro non entrano nella loro facoltà di intervento. Se Nato e Comunità Europea hanno deciso di fare determinati interventi l’Italia non saranno certo Salvini o Conte a poter bloccare il tutto. A meno che non si decida di far uscire l’Italia da certe organizzazioni internazionali, con tutto quel che ne deriva.
Oggi i politici italiani dovrebbero far sentire la loro voce in materia energetica. Sapendo che il problema in ogni caso non verrebbe risolto subito, ma non prima almeno di 10 anni. Si dovrebbe pretendere lo sviluppo di una rete più veloce. Invece di litiga su questioni che fanno presa sugli elettori, ma non lasciano l’Italia in una situazione di imbarazzante dipendenza. Si continua a dire no a tutto: al nucleare, all’eolico, al fotovoltaico, ai rigassificatori. La guerra in Ucraina finirà, prima o poi. Speriamo prima, ma in ogni caso finirà. Il gas continuerà ad arrivare dalla Russia. Almeno fino alla prossima crisi. E nel frattempo, sempre che non scoppi una crisi anche lì, potrebbe arrivare anche dall’Algeria. In ogni caso restiamo ostaggi di qualcuno.
La Francia ha varato nei giorni scorsi un programma nucleare che andrà a regime nel 2035. Perché questi sono i tempi necessari. Ma da noi si parla di armi da inviare in Ucraina (come se le armi italiane poi fossero indispensabili e non fosse un fatto più simbolico che altro). La cosa più sconcertante è che poi i partiti di Salvini e Conte continuano a sostenere il Governo Draghi. Lo fanno perché sanno bene che i loro deputati non hanno nessuna intenzione di tornare a casa in caso di scioglimento delle Camere.
* giornalista professionista