Dal primo gennaio del 2022, praticamente tra 51 giorni, in Italia il limite massimo per il pagamento in contanti scenderà da 2000 a 1000 euro. Si torna al passato, a dieci anni fa, ad una decisione del governo Monti, cancellata da Renzi negli anni successivi.
Ridurre in maniera così drastica i pagamenti in contanti riduce la possibilità di pagamenti in nero. E questo è un grande vantaggio per il Fisco. L’evasione sarà molto più complicata. E’ chiaro che si tratta di una novità (o un ritorno indietro di 10 anni) che solo in apparenza è assolutamente indolore. Anzi foriera di grandi vantaggi.
In Italia, grazie alla pandemia (ma anche al reddito di cittadinanza che può essere speso quasi esclusivamente attraverso la carta) negli ultimi due anni è cresciuto in maniera consistente l’uso della moneta digitale. Ma è pur sempre una forma di pagamento non particolarmente amata. L’Italia è al 25 posto su 27 tra le nazioni della Comunità Europea per l’uso delle carte di debito o del bancomat.
C’è un altro aspetto di cui tenere conto. Ci sono tanti lavoratori non inquadrati dalle aziende (per i motivi più disparati, non entriamo nel merito) che senza contanti vanno in grande difficoltà. Un aspetto sociale di cui non si può non tenere conto.
Ci sarà battaglia in sede di emendamenti a questa norma. E ci sarà battaglia anche sugli incentivi, il cask back (ossia il ritorno di parte dei soldi spesi attraverso la carta) e la lotteria degli scontrini. Hanno dato risultati interessanti, ma comportano un costo molto alto.
E’ chiaro che si va verso un futuro in cui l’uso del contante tenderà a diminuire sempre di più. Ma la strada è ancora lunga. Di certo non si vince l’evasione fiscale abbassando il limite del contante per ciascuna operazione da 2000 a 1000 euro.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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