In alcune professioni non sarà più necessario l’esame di abilitazione ma basterà il solo corso di laurea intercalato da “stages”. Si va verso la liberalizzazione di un importante settore economico del Belpaese.
Cosa significa tutto questo? Una nuova legge ha difatto aboolito la necessità dell’esame di Stato post Laurea per l’abilitazione al lavoro. A fare da apripista, in piena emergenza Covid, sono stati i neo laureati in Medicina. Che sono passati direttamente dalle tesi agli ospedali. C’era una emergenza tale da giustificare questo passaggio epocale.
Poi si sono adeguate altre professioni. Tengono duro, al momento, solo gli avvocati. Esiste ancora l’esame che abilità alla professione dopo la Laurea in Giurisprudenza.
Come è da considerare una simile rivoluzione? Francamente l’esame di Stato appariva un fatto anacronistico. Non se ne comprendeva la necessità. Non si riusciiva a comprendere, parlando dei nuovi medici, il perché dopo un corso di laurea di 6 anni servisse ancora un ulteriore esame.
Si diceva: un conto è lo studio universitario, altro il tirocinio. Prima di essere abilitati a svolgere la professione bisognava dimostrare non solo di avere conoscenza teorica, ma anche di essere in grado di mettere in pratica quanto appreso.
Cosa giustissima. Ma non si capisce perché non debba essere parte integrante del percorso universitario. L’esigenza di avere una seria e vera esperienza tirocinante è reale. Ma che senso ha una verifica dopo la laurea? Giusto che sia l’Università, prima di rilasciare il titolo, a verificarla.
Ci sta l’abolizione dell’esame di stato. Ma adesso i corsi vanno adeguati. Non solo teoria, anche pratica.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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