“Un ottimo ammortizzatore sociale” che “rende il datore di lavoro ancora più responsabile, perché non può affermare che bisogna lavorare con le alte temperature, salvo licenziare e creare disoccupazione”.
Ad esprimersi così il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) Bruno Giordano, rispondendo ad una domanda dell’ANSA sulla recente nota con cui l’Inps e l’Inail hanno fatto sapere che, in questi mesi decisamente torridi, nel nostro Paese, le imprese potranno chiedere all’Istituto di previdenza pubblico “il riconoscimento della Cigo (la Cassa integrazione ordinaria), quando il termometro supera i 35 gradi centigradi”, precisando, inoltre, che, ai fini dell’integrazione salariale, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite”.
Il numero uno dell’Inl, dunque, con riferimento alla campagna di vigilanza avviata dall’organismo per scongiurare che si lavori “in condizioni disumane”, dichiara che, “usando una metafora sanitaria, possiamo dire che noi facciamo l’intervento chirurgico”, mentre quello previsto dall’Inps è “un intervento di cicatrizzazione”, conclude Giordano.