di Liberato Ferrara
Arrivati ad un certo punto delle vita la stragrande maggioranza delle persone inizia a tirare i remi in barca. Inizia a pensare a godersi la pensione. Poi ci sono gli imprenditori. Loro sono una categoria a parte. Arrivati ad un’età che per gli altri è da pensione per loro è il momento di raddoppiare gli sforzi. Essere imprenditore è una fortuna ed una maledizione al tempo stesso. Perché fai un lavoro che ti sei scelto, che ti piace. Ma è un lavoro che non ti lascia mai. Da giovane scopri subito che non esiste un orario di lavoro, non esistono le ferie, non esistono neanche le feste comandate. Poi scopri che non esiste neanche la pensione. Gli antichi romani dicevano: “Semel senator, semper senator”. Una volta che si è nominati senatori lo si è per tutta la vita. Lo stesso vale per un imprenditore.
Federico Brambilla, indiscutibile rappresentante di questa categoria di persone, si è lanciato in un’avventura da far tremare le vene ai polsi. Otto mesi fa ha iniziato le trattative per l’acquisto, poi finalizzatosi in maggio del corrente anno, della FACIT, storica azienda romagnola produttrice dì calzature donna di altissima qualità, fornitrice di diversi brand internazionali d’élite. Una eccellenza italiana in declino causa Covid e per effetto di discutibili passate scelte manageriali. Una decisione sconsigliata da alcuni dei suoi consulenti. Ma…
“Io sono imprenditore dentro, questione di dna. Se vedo un progetto che mi intriga non mi tiro certamente indietro. Il rischio di impresa fa parte del mio mondo. Mi piace guardare oltre i numeri, vedo le potenzialità di un progetto. Per alcuni versi sono un visionario”.
Intervistare Brambilla è un’impresa. Lui risponde sempre al telefono, a tutti. E se gli mandi un whatsapp ti risponde immediatamente. Ma è sempre impegnatissimo. Con la massima gentilezza ti prega di rinviare l’appuntamento. E la volta dopo la cosa si ripete. E’ questa un’intervista atipica, fatta a tappe. Più che un’intervista alla fine è un ritratto.
“A volte mi chiedo se vale la pena di vivere in questo modo. La risposta però è semplice: non so se ne valga la pena davvero, ma questa è l’unica vita che conosco e che amo visceralmente. Lo è stato dall’età di 19 anni e così sarà fino alla fine dei miei giorni, come lo fu per mio nonno e poi per mio padre, di questo ne sono convinto e posso emotivamente dire che per noi la Fabbrica è come la Mamma”.
Come nasce l’idea di acquisire la proprietà di un calzaturificio come FACIT ?
“Ero da tempo in cerca di realtà d’eccellenza per creare un polo produttivo di calzature da affiancare alla mia impresa di pelletteria MPP Manifattura Pelletteria Partenopea S.r.l di Napoli, con l’obiettivo di creare un network italiano di produzione capace di cogliere le grandi opportunità nate dopo la crisi delle fonti di approvvigionamento di prodotti finiti del Far East. Quando sono arrivato a Tredozio mi sono imbattuto in un’azienda in crisi, e lo si notava da tanti particolari, a partire dall’arredo dalla ‘patina’ risalente ai mitici anni sessanta. Ma al tempo stesso ho visto prodotti e persone di altissima qualità. Era quello che faceva per me, esattamente ciò di cui ero alla ricerca”.
Anche la scelta di restare in un piccolo centro lascia perplessi…
“Merloni o Brunello Cucinelli sono nate e cresciute in luoghi fuori dagli insediamenti industriali tradizionali e spesso con disagi di logistica e di infrastrutture. La verità è che il territorio per loro non è stato un limite bensì il loro punto di forza che ha fornito i valori e le risorse umane per far diventare queste aziende delle multinazionali di successo in diversi settori industriali. Per me il fattore umano è preminente ed in un piccolo centro si scoprono persone straordinarie”.
Lei ha detto che il profitto si misura concretamente in valori etici, quali la socialità, il rispetto degli altri, i ritmi di vita ma soprattutto la cura e l’amore per quello che si fa, Che significa?
“Si pensa spesso che un imprenditore guardi principalmente al suo guadagno. Non è così. Un imprenditore, almeno per come lo intendo io, ha la responsabilità morale e sociale di pensare anche, e soprattutto, a chi lavora con lui. Senza loro le visioni non diverrebbero realtà !
Il nostro operato comporta responsabilità enormi, e questo è innegabile, non lo dobbiamo mai dimenticare, dalle nostre decisioni dipende il futuro di coloro che ci hanno dato la loro fiducia operando con noi, da noi dipende la tranquillità delle loro famiglie. I risultati positivi delle nostre scelte ed azioni non emergono esclusivamente dalle risultanze dei bilanci aziendali, ma soprattutto dalla serenità dei nostri collaboratori, dalla loro soddisfazione di essere parte importante di una squadra che concorre al successo della comune missione . Il loro coinvolgimento, la loro motivazione e la conseguente gratificazione, e sia ben chiaro che non intendo meramente economica, sono senza alcun dubbio gli elementi fondamentali per il raggiungimento del comune obbiettivo, in termini etici ed umani.”
Un mese fa ha perfezionato la sua acquisizione di FACIT… Domanda banale: lo rifarebbe?
“Assolutamente si, non ho alcun dubbio in merito. L’Azienda, le Persone ed il suo Territorio hanno realmente grandi potenzialità, sono certo che entro il corrente anno i risultati confermeranno il valore delle scelte e degli interventi prontamente realizzati dopo l’acquisto. Quando prendo una decisione come questa lo faccio sempre dopo un attento esame della situazione. Alla fine se ho deciso di procedere vuol dire che ne ero convinto. Quindi lo rifarei assolutamente. Comunque, come si suol dire: nella vita meglio avere rimorsi che rimpianti”.
Ha deciso cosa farà da grande?
“Che domanda: farò quello che ho fatto da piccolo. Farò l’imprenditore, l’imprenditore visionario. Non mi ci vedo proprio la mattina in casa, in pantofole a sorseggiare una tazza di caffè sfogliando un giornale”.