L’attesissimo Salone del Mobile di Milano che a giugno (dal 7 al 12, a Fiera Milano, Rho) celebra la 60esima edizione e promette cifre record di buyer e visitatori, da due anni in attesa di tornare a ‘toccare’ le creazioni del design, sarà “una grande festa, un’occasione di rilancio per l’intero settore”. Anche se “il conflitto sicuramente ha gettato qualche ombra, per il futuro qualche preoccupazione c’è”. Il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin in un’intervista all’AGI, ha parlato della grande voglia delle aziende di partecipare, “che hanno aderito in massa, ce ne saranno 2.200“, ma anche dei timori per la mancanza delle materie prime, conseguenza dell’invasione russa all’Ucraina.
Per fronteggiare questo problema il nostro Paese dovrebbe “diventare più autonomo e autosufficiente“, favorendo una filiera corta che va anche nella direzione della sostenibilità, parola chiave di questa edizione del Salone, come è evidente in Design with future, il grande progetto curato dall’architetto Mario Cucinella, allestito in fiera, che ragiona sui temi dell’economia circolare e del riuso.
“Sarà un Salone all’insegna della sostenibilità – sottolinea Feltrin -, il primo di questo genere”, e non solo perché ce lo chiede il mercato, l’Europa, le banche, ma perché lo ‘pretendono’ “i consumatori”. Una strada questa che la federazione ha intrapreso da tempo, dotandosi anche di un “decalogo. Sono le linee guida – aggiunge – che proponiamo a tutte le imprese che vorranno intraprendere” questo percorso green “che noi assolutamente suggeriamo, perché sarà un motivo di vantaggio nel primo periodo e una ‘condicio sine qua non’ per rimanere sul mercato, nel medio lungo periodo”. Ma poiché essere sostenibili ha un impatto molto rilevante, il suggerimento di Feltrin è di non farsi trovare impreparati e “approfittare dei fondi stanziati dall’Europa affinché ci sia questa riqualificazione delle aziende, con un piano di trasformazione serio”.
Il primo Salone all’insegna del riciclo e del risparmio energetico
La strada è segnata e sarà evidente per la prima volta in questo Salone, dove ci saranno materie prime che vengono da filiere naturali, come i pannelli fatti di squame di pesce, di cotone o di argilla, e gli stand che saranno in legno riciclato o provenienti da foreste certificate. Per ‘spingere’ l’acceleratore in questa direzione FederlegnoArerdo ha inviato a tutti gli espositori una lettera con dei “suggerimenti, che vanno dall’utilizzo di pannelli in truciolare ai materiali a basso emissivo di formaldeide e con poco contenuto di collanti, o che siano addirittura ‘plastic free’, oppure con plastiche riutilizzabili. Fino all’uso di un’illuminazione a basso consumo. Insomma tutta una serie d’indicazioni per iniziare già dalla fiera, a impattare meno sull’ambiente”. Sono azioni che insieme allo sviluppo di una filiera corta, ci potranno garantire delle risorse, anche nel caso in cui il prolungarsi della guerra in Ucraina ingigantisca la mancanza di materie prime.
Le preoccupazioni per le conseguenze della guerra: manca il legno
“Le preoccupazioni per questo, sicuramente ci sono” ammette Feltrin, e non solo “per il costo dei materiali e la difficoltà per reperirli” ma anche perché “alla fine le aziende saranno costrette a praticare degli aumenti sul prodotto finito che potrebbero andare a raffreddare la domanda, che ancora sembra essere molto vivace. Questa è la grande preoccupazione”. La crisi in Ucraina ha peggiorato “la carenza di legno che viene dai territori coinvolti per un valore complessivo che supera i 200 milioni di euro all’anno e anche di più”.
E anche se “La cifra non sembra abnorme, se si pensa che abbiamo chiuso il fatturato del 2021 a circa 50 miliardi” può mettere comunque in crisi il settore, perché il legno nella filiera è importantissimo, per gli imballaggi, i pannelli, i parquet, i mobili, i semilavorati, i tetti e le finestre. La soluzione è “sfruttare il tesoro che abbiamo in casa, i nostri boschi”. Di questo FederlegnoArredo ha parlato durante recenti incontri al Mise.
“Abbiamo affrontato il tema dell’enorme patrimonio boschivo italiano, che è raddoppiato negli ultimi cinquant’anni. Ma noi però non siamo in grado, per inefficienza di filiera, di sfruttarlo andando ad acquistare all’estero”. Dobbiamo mettere in atto le azioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Strategia forestale nazionale basata su una gestione rispettosa dell’ambiente, sullo sviluppo della filiera italiana del bosco e delle nostre segherie. In sintesi “Si parte dalla necessità di costruire strade per accedere ai boschi dove fare i tagli controllati degli alberi. E si continua, con l’ammodernamento e la costruzione di nuove segherie, che mancano. Questo – conclude Feltrin – ci renderebbe meno dipendenti da quello che succede all’estero”.
fonte agi.it