Centonovanta miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni per migliorare la rete ferroviaria, sia ad alta velocità sia per gli spostamenti regionali.
Una strategia che punta a ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud e aumentare capacità e sostenibilità del servizio. Ferrovie dello Stato lancia il suo piano industriale 2022-2031 pianificando un decennio di progetti ambiziosi che mirano all’aumento del 20% dell’offerta di viaggio.
Non solo, tra gli obiettivi del documento, spiccano l’assunzione entro il decennio di 40mila nuovi lavoratori, l’aumento al 40% dell’autosufficienza energetica tramite impianti di produzione da fonti rinnovabili, il raddoppio del trasporto merci, la copertura di reti e stazioni con la connessione wi-fi.
“La richiesta dei viaggiatori è sempre più rivolta ad un servizio di qualità, tarato sulle esigenze dei singoli utenti. E’ un piano decennale che punterà su infrastrutture resilienti e mobilità integrata. Le sfide che ci attendono impongono di puntare sempre di più sulla sostenibilità”, argomenta l’ad del Gruppo Luigi Ferraris. Mentre la presidente Nicolatta Giadrossi aggiunge: “L’obiettivo è rendere il settore dei trasporti più sostenibile e diminuire i divari territoriali”.
Tra gli investimenti in programma il 60% è al Sud, che sconta un divario instrastrutturale ancora tangibile. Il più importante è il cantiere in corso per arrivare a percorrere dal 2027 la tratta Av Napoli-Bari in 2 ore al posto delle 3 ore e 35 attuali. E poi il primo lotto della nuova linea ad alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria.
Altri obiettivi fissati dalla programmazione, con la realizzazione di una serie di cantieri: circa un’ora di viaggio tra Torino-Genova e Milano e Genova, rispetto ad 1 ora e 40 ed 1 ora e 30 attuali. Milano-Trieste da 4 ore e 20 di oggi a 3 ore e 50. Da Palermo a Catania in 2 ore e non più con 3. E poi la Sassari-Cagliari da 3 ore a 2 ore e 30.
Il documento prevede anche una profonda ridefinizione della governance. Per valorizzare le potenzialità di tutte le società del Gruppo è emersa l’esigenza di ridefinire la la struttura organizzativa in quattro poli di business, ognuno con propri obiettivi strategici: infrastrutture, passeggeri, logistica e urbano.
Il testo stima che i ricavi del Gruppo Fs nel 2031 saranno in crescita a circa 22,5 miliardi di euro e l’Ebitda a 3,9 miliardi, con una crescita media annua, nell’arco di piano, rispettivamente pari al 6,9% e all’8,2%.
Per favorire la piena integrazione di Anas nel Gruppo Fs il piano prevede investimenti per circa 50 miliardi di euro tra sviluppo rete, manutenzione straordinaria e altre attività.
Una variabile che può incidere sulla realizzazione del piano è l’aumento dei costi delle materie prime causato dal conflitto in corso in Ucraina. Ferraris ricorda: “Stiamo agendo con i ministeri competenti per fare in modo che sui progetti in corso ci sia una copertura che contempli l’aumento dei prezzi”.
E ipotizza: “Per il Pnrr le opere fisiche saranno quelle, costeranno di più, ma non è detto che nel corso del tempo non possa esserci un riassorbimento del prezzo delle materie prime e soprattutto della logistica”.
agi.it