Sull’embargo europeo al petrolio russo i negoziati andranno avanti per tutto il weekend. Gli ambasciatori dei Ventisette Paesi dell’Ue si riuniranno di nuovo con l’intento di arrivare a un accordo sull’embargo al petrolio. A bloccare il sesto pacchetto delle sanzioni, presentato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, è ancora una volta l’Ungheria. Per il premier Viktor Orban con questo pacchetto “l’Ue ha superato la linea rossa” sganciando “una bomba atomica” sull’economia del suo Paese.
Orban ha chiesto quindi una deroga, insieme alla Slovacchia, e anche alla Repubblica Ceca. Per soddisfarla la Commissione aveva concesso un anno in più (l’embargo per tutti entro sei mesi, per Ungheria e Slovecchia entro fine 2023) ma non è bastato.
Quindi i tecnici di Bruxelles si sono presentati al tavolo del Coreper con una nuova proposta: deroga per Ungheria e Slovacchia fino a fine 2024 e per la Repubblica Ceca fino a giugno 2024. Ma nemmeno questa concessione sembra essere sufficiente.
Le resistenze, spiega una fonte europea, permangono sulla durata delle deroghe e sulle compensazioni economiche per i Paesi che si troveranno a dover “adattare” le proprie raffinerie al momento “tarate” sul petrolio russo. Investimenti importanti che gli Stati non vogliono sostenere dai propri bilanci nazionali.
Resta sul tavolo anche l’ostacolo del divieto del trasporto del petrolio russo per le navi battenti bandiera degli Stati membri dell’Unione. Una preoccupazione non di poco conto per Grecia, Malta e Cipro. “Le prossime ore saranno dedicate alla soluzione di questi problemi attraverso contatti bilaterali fra Commissione, presidenza e Stati membri interessati”, spiega un diplomatico.
“Sono fiduciosa che riusciremo a portare questo pacchetto in carreggiata – se ci vuole un giorno in più, ci vuole un giorno in più – ma ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha detto von der Leyen al quotidiano tedesco Faz. Anche l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, riconosce le difficoltà per l’Ungheria.
Nelle prossime ore si continuerà a lavorare a quella soluzione richiesta. E se non ci riusciranno gli ambasciatori, Borrell ha già avvertito che la discussione si svolgerà a livello di ministri.