A marzo 2022 prosegue la crescita dell’occupazione e il numero di occupati torna a superare i 23 milioni. Lo rileva l’Istat. Il tasso di occupazione si attesta al 59,9%, record dall’inizio delle serie storiche. L’aumento osservato rispetto all’inizio dell’anno, pari a quasi 170 mila occupati, si concentra soprattutto tra i dipendenti.
Rispetto a marzo 2021, la crescita del numero di occupati è pari a 800 mila unità, in oltre la metà dei casi riguarda i dipendenti a termine, la cui stima raggiunge i 3 milioni 150 mila, il valore più alto dal 1977. Il tasso di disoccupazione a marzo scende all’8,3% nel complesso (-0,2 punti), tornando ai livelli del 2010. Il tasso di disoccupazione a marzo sale al 24,5% tra i giovani (+0,3 punti).
Il tasso di inattività a marzo si attesa al 34,5% e scende ai livelli prepandemici. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce (-0,6%, pari a -72mila unità) per gli uomini, le donne e per tutte le classi di età. Rispetto a marzo 2021 il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-5,5%, pari a -747 mila).
Il boom dei contratti a termine
Boom dei dipendenti a termine a marzo. Rispetto a marzo 2021, la crescita del numero di occupati è pari a 800 mila unità, in oltre la metà dei casi riguarda i dipendenti a termine, la cui stima raggiunge i 3 milioni 150 mila, il valore più alto dal 1977. Nel dettaglio a marzo, la crescita congiunturale degli occupati è il risultato dell’aumento dei dipendenti permanenti (+0,7%) e a termine (+0,6%) e della diminuzione degli autonomi (-0,8%). Nell’arco dei dodici mesi l’occupazione risulta in crescita grazie ai dipendenti permanenti (+2,1%) e soprattutto a termine (+15,7%); l’aumento si registra anche per gli autonomi (+1,3%).