La Consulta ha deciso: non c’è più automatismo al momento della nascita sul cognome paterno.
Una sentenza che da alcuni è stata festeggiata come una grande conquista. I più hanno sogghigniato: con tutti i problemi irrisolti che ci sono attualmente in Italia magari c’era altro di cui occuparsi.
Chiariamo subito un concetto: la Corte Costituzionale non fa altro che applicare la norma costituzionale. Non fa alcun tipo di valutazione politica. Se i giudici hanno ravvisato che l’automatismo del cognome paterno ai nascituri non rientra nel dettato costituzionale la loro decisione è stata inevitabile. Semmai è riprovevole che alcuni politici abbiamo voluto quasi rivendicare il merito di questa decisione, defininendola addirittura di portata storica. Al di lò dell’effettiva storicità della nuova normativa, non si capisce perché mai, se la giudicavano così importante non abbianon fatto una legge adegiata a tal proposito.
Adesso però il rischio è del marasma totale. La storia del doppia cognome, possibile, apre scenari paradossale. I due cognomi potrebbero diventare 4 alla seconda generazione, poi 8, 16, e via discorrendo. Non succederà (speriamo) ma la cosa sarebbe tecnicamente possibile.
Il Sole 24 ore ha sentito presidente emerito della Consulta Mirabelli a tal proposito
«Bisogna affidarsi alla saggezza popolare. La scelta potrebbe essere quella di mantenere l’uso del cognome paterno o di affermare la consuetudine del doppio cognome». Il presidente emerito nel prevedere gli effetti della sentenza con cui la Corte costituzionale ha archiviato la possibilità di attribuire il nome del padre in automatico – confida nel buon senso dei cittadini e nell’intervento del legislatore per evitare i rischi connessi all’applicazione del verdetto.
“Spero si faccia in modo di evitare che nelle presentazioni si elenchi tutto l’albero genealogico. Il legislatore potrebbe stabilire una regola, cosiddetta cedevole, secondo la quale viene attribuito in automatico il cognome di entrambi i genitori, salvo, come detto dalla Consulta, diversa indicazione da parte di questi ultimi. Una linea da seguire che deve entrare nel costume, altrimenti servirebbe ogni volta un interpello”.
Facile a dirsi, ma il buon senso nella politica italiana è di casa?
Apr
29