Lo scorso 31 marzo il Gruppo di esperti Wpg (Wise persons group on challenges facing the Customs Union, ossia esperti sulle sfide per l’unione doganale), nominato lo scorso anno dalla Commissione europea, ha pubblicato una relazione che contiene una serie di nuove misure e proposte di cambiamento per l’Unione doganale europea in vista delle sfide del prossimo futuro.
Nella relazione, intitolata “Putting more union in the european customs – Ten proposals to make the EU Customs Union fit for a Geopolitical Europe” (Mettere più Unione nelle dogane europee – Dieci proposte per rendere l’Unione doganale dell’Ue adatta ad un’Europa geopolitica), gli esperti hanno esaminato l’intera disciplina doganale da più angolazioni e dopo la consultazione di diverse parti interessate (comunitarie, nazionali ed internazionali), hanno elaborato una serie di raccomandazioni per il futuro sviluppo dell’Unione doganale, in particolare su alcune sfide rilevanti ed attuali come l’aumento dei volumi degli scambi, l’introduzione di nuovi modelli commerciali, lo sviluppo tecnologico, ma anche la transizione green, l’evoluzione del contesto geopolitico ei rischi per la sicurezza.
Il Gruppo di esperti è un organo indipendente di alto livello, composto da membri della politica, dell’industria, del commercio e del mondo accademico nominato dalla Commissione nel settembre dello scorso anno con la finalità di analizzare lo status quo della politica doganale comunitaria, definire idee e proporre soluzioni innovative per le questioni più urgenti da affrontare.
Nel report di fine marzo, il Wpg evidenzia che la politica doganale rappresenta una pietra fondante del mercato unico, contribuendo a mantenere sicure le frontiere dell’Unione, a proteggere i cittadini dall’importazione di merci illegali o dannose e ad agevolare gli scambi commerciali con il resto del mondo. Il report sottolinea che nell’ultimo decennio grandi cambiamenti nel commercio e nella tecnologia hanno determinato un notevole aumento degli scambi e una modifica della natura degli stessi dovuta principalmente alla rapida espansione del commercio elettronico.
Contestualmente le Dogane hanno visto ampliare la loro funzione originaria da garante della riscossione delle entrate doganali alla verifica, per le transazioni che attraversano i confini dell’Ue, del rispetto delle normative di altri ambiti della legislazione europea, come la tutela della sostenibilità, della sicurezza, della salute e del rispetto dei diritti umani. Funzioni che saranno ulteriormente estese con l’entrata in vigore di nuove legislazioni, come il divieto di importazione di dei prodotti realizzati con il ricorso al lavoro minorile o forzato.
Alla luce delle sfide in campo, il Wpg ha proposto di perseguire, entro il 2030, un piano d’azione attraverso 10 misure. In primo luogo, porre in essere un pacchetto di riforme concernenti processi, responsabilità e forme di governance dell’Unione doganale ma anche prevedere un nuovo approccio ai dati volto a ridurre la dipendenza dalle dichiarazioni doganali, ottenere dati di migliore qualità da fonti commerciali e fornire alle imprese un unico punto di immissione delle informazioni per espletare le formalità doganali.
Il gruppo propone inoltre di predisporre un quadro completo per la cooperazione, che consenta una migliore condivisione dei dati, con il coinvolgimento delle autorità di vigilanza del mercato, delle forze dell’ordine e delle amministrazioni fiscali. Un’altra raccomandazione è l’istituzione di un’Agenzia doganale europea per integrare il ruolo della Commissione e sostenere il lavoro degli Stati membri. Inoltre, viene proposto di riformare ed ampliare il sistema dell’operatore economico autorizzato, figura centrale nel sistema doganale e di introdurre un nuovo quadro di responsabilità e fiducia in cui le imprese dovranno avvalersi dello status di operatori economici autorizzati al fine di ottenere l’accesso commerciale al mercato comunitario.
Il Wpg propone poi di eliminare la soglia di esenzione doganale, attualmente fissata a 150 euro per l’e-commerce, in abbinamento a tariffe semplificate per le spedizioni di basso valore e di introdurre un pacchetto di misure per rendere ecologiche le dogane europee, digitalizzare le procedure, garantire che i divieti e le restrizioni relativi alla sostenibilità siano adeguatamente attuati sui prodotti importati. Contestualmente si richiede di avviare la revisione del sistema armonizzato di nomenclatura dell’Organizzazione mondiale delle dogane volto a consentire la corretta classificazione dei prodotti rispettosi dell’ambiente che l’Unione europea vuole promuovere nel commercio internazionale.
Le ultime proposte riguardano l’incremento delle risorse e dotazioni delle Amministrazioni doganali con il fine di garantire la piena capacità per svolgere efficacemente la loro mission e l’istituzione di una stima annuale del Customs revenue gap per gestire al meglio la riscossione delle entrate doganali.
La Relazione del Wpg ha constatato, in aggiunta, la mancanza di un elenco condiviso di disposizioni sui divieti e sulle restrizioni che, ad oggi, determina approcci e pratiche alquanto divergenti negli Stati membri. Per risolvere il problema, contestualmente all’uscita del rapporto la Commissione ha pubblicato una raccolta dei divieti e delle restrizioni esistenti a livello comunitario che dovrebbe funzionare da strumento pratico per le istituzioni unionali, le Autorità nazionali e le altre parti interessate.
Il Report sarà discusso con il Parlamento europeo e con gli Stati membri e, come previsto dal Piano d’azione doganale 2020, la Commissione istituirà un Reflection group che coinvolga gli Stati membri al fine di rendere operative le raccomandazioni.
Sulla base di questo contributo e delle future consultazioni con le parti interessate, dovrebbe essere presentato, entro la fine dell’anno, un pacchetto di riforma doganale.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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