Davanti alla fiammata dell’inflazione, la Banca centrale europea conferma che in autunno smetterà di acquistare titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona. Facendo venire meno un paracadute che è stato provvidenziale per I Paesi più indebitati come l’Italia. Subito dopo potrebbe rialzare i tassi. Tuttavia la Bce non si lascia trascinare dalla fretta dei ‘falchi’, prende tempo e si riserva di rinviare a giugno, in attesa di un quadro più completo degli effetti della guerra in Ucraina, ogni decisione definitiva sulla fine del Qe e sulla futura stretta.
Risultato: dopo la riunione del direttivo dell’Eurotower il rendimento dei Btp italiani si è impennato fino al 2,49% e lo spread si e’ allargato a 165 punti. I titoli di Stato italiani sono quelli che stanno perdendo più terreno in Europa. A poco è valso che Lagarde abbia assicurato che di fronte a qualunque allargamento dei differenziali “il principio che applicheremo è la flessibilita’” (degli acquisti di bond), “due anni fa ciò è stato necessario e ci siamo mossi prontamente. Faremo esattamente lo stesso, ci muoveremo prontamente”.
Il Consiglio della Bce nel comunicato diffuso dopo la riunione del board ha ha ribadito che l’istituto “intraprenderà qualsiasi azione necessaria” “per adempiere il mandato di perseguire la stabilità dei prezzi e per contribuire a preservare la stabilità finanziaria”.
Il percorso è segnato: gli acquisti di titoli di Stato “saranno pari a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno”, scrive il direttivo, e “dovrebbero concludersi nel terzo trimestre. La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre sarà guidata dai dati e rifletterà l’evolversi della valutazione delle prospettive da parte del Consiglio direttivo”.
Nel meeting di giugno verrà presa la decisione finale sullo stop. “Un po’ di tempo dopo” arriverà la stretta con il rialzo dei tassi. Il tempo non è ancora stato quantificato ma come ha spiegato Lagarde “può essere tra una settimana o tra diversi mesi”.
Insomma, la Bce si prende tempo fino a giugno per decidere e nel frattempo mette sul piatto della bilancia due rischi: l’aumento preoccupante dell’inflazione e il forte rallentamento della crescita. La guerra in Ucraina “sta gia’ pesando sulla fiducia delle imprese e dei consumatori, anche attraverso l’incertezza che porta” con sé e “ha creato nuove strozzature”, ha spiegato Lagarde, secondo la quale I rischi al ribasso sulla crescita vanno a braccetto con la fiammata dei prezzi, che nell’Eurozona “è aumentata in modo significativo e rimarrà elevata nei prossimi mesi, principalmente a causa del forte aumento dei costi energetici”.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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