Grande enfasi sui media in queste ore sul nuovo accordo tra Italia ed Algeria per l’acquisto del gas. Chiariamo bene alcuni aspetti: non si tratta di un accordo con efficace immediata. Nella migliore delle ipotesi si andrà a regime tra 18 mesi. Ancora: non basta al momento l’accordo con l’Algeria per sostituire la Russia. Il gas in arrivo dall’Algerianei prossimi mesi rappresenta circa il 30% del gas russo. La dipendenza resterebbe praticamente inalterata. Tanto è vero che si sta cercando di fare accordi del genere anche con altre nazioni.
Qui vanno fatte alcune considerazioni. Non esiste al momento alcun pericolo che la Russia chiuda i rubinetti del gas. Putin non ha alcun interesse a penalizzare l’Europa su questo argomento. Si parla di entrate per un miliardo di euro al giorno, è di tutta evidenza che la Russia non ha alcuna convenienza a chiudere.
Il gasdotto che per porta il gas russo in Italia (ed anche in Germania che ha una dipendenza anche maggiore) passa per l’Ucraina. La Russia paga un dazio per questo “transito”. Sta continuando a pagarlo anche in questi giorni. Due nazioni che sono in guerra tra di loro continuano a fornire gas come se nulla fosse. La prova evidente è che nel frattempo il gasdotto non è stato bombardato. Tanto meno gli ucraini hanno manomesso il servizio. Il “transito” di gas fruttava all’Ucraina il 4% del Pil in tempi normali. E’ stato calcolato che oggi durante la guerra le entrate da questo “transito” rapppresentano il 20% del Pil ucraino. Questo per dire che il pericolo di una interruzione improvvisa del servizio non esiste.
Ma c’è dell’altro. Non è che storicamente l’Algeria sia una nazione tranquilla. Oggi come oggi non ci sono problemi di sorta. Ma non possiamo sapere cosa sarà tra qualche mese in quella zona storicamente molto calda.
L’Italia continua a far finta che il problema energetico non esista. Laddove una politica seria dovrebbe non solo diversificare i fornitori. Ma soprattutto pensare a ridurre la necessità di importazione. Mentre si paga a caro prezzo il gas che arriva dalla Russia ci sono giacimenti in Italia che non vengono sfruttati. C’è poi la storia del nucleare. Una storia risibile. Al di là del fatto che oggi si tratta di una tecnologia sicura, tutti fanno finta di non sapere che a poche centinaia di metri dal confine italiano, ci sono centrali nucleari sia in Francia che in Slovenia. Il rischio nucleare è presente in Italia, ma noi non possiamo goderne i benefici.
Ci sta che in questo momento ci si dia da fare a cercare di mettere al sicuro non tanto i nostri condizionatori in vista dell’estate, ma l’energia che serve alle industrie. E’ giusto fare accordi con l’Algeria, e con qualsiasi altra nazione. Ma fino a quando non ci sarà autosufficienza energetica l’Italia sarà sempre a rischio.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
Comments are closed.