Precisazioni della Corte di cassazione in tema di accertamento induttivo cosiddetto “puro” e ricostruzione del reddito del contribuente: la determinazione induttiva dei costi presunti può essere compiuta anche sulla base di perizia stragiudiziale di parte, a condizione che il giudice spieghi perché la ritenga o meno convincente.
In tema di accertamento induttivo cd. puro, l’Amministrazione finanziaria è tenuta a ricostruire il reddito del contribuente tenendo conto anche delle componenti negative emerse dagli accertamenti compiuti ovvero, in difetto, determinate induttivamente.
Si deve evitare, infatti, che, in contrasto con il principio della capacità contributiva di cui all’art. 53 della Costituzione, venga sottoposto a tassazione il profitto lordo, anziché quello netto.
Tale determinazione induttiva dei costi presunti può essere compiuta anche sulla base di una perizia stragiudiziale di parte, liberamente apprezzabile dal giudice, a condizione che egli spieghi le ragioni per le quali la ritiene corretta e convincente.
Anche se non vi è un vero e proprio obbligo di tenere conto di tale perizia, avendo essa valore di mero argomento di prova che dà luogo a semplici indizi, devono comunque essere esplicitate, da parte dell’organo giudicante, la regioni per le quali la si ritenga affidabile.
Tali assunti sono stati richiamati dalla Corte di cassazione, Sezione tributaria civile, in due recenti decisioni – segnatamente, nelle ordinanze nn. 5177 del 17 febbraio 2022 e 5018 del 16 febbraio 2022 – aventi ad oggetto l’opposizione ad altrettanti avvisi da accertamento induttivo cosiddetto “puro”, emessi ai sensi dell’art. 39, secondo comma del DPR n. 600/1973.
I contribuenti, nell’opporsi ai predetti avvisi, avevano allegato una perizia di stima asseverata dalla quale erano risultati dei costi, ossia delle componenti negative di cui tenere conto ai fini della ricostruzione del reddito.
In un caso (ordinanza n. 5018/2022), la Suprema corte ha ritenuto che la CTR, anche se in modo sintetico, avesse fornito la spiegazione dovuta, avendo chiarito che la perizia stragiudiziale conteneva una ricostruzione dei costi dell’operazione compiuta dal contribuente, ricostruzione operata attraverso un’analisi dettagliata dei costi dei vari interventi compiuti.
La Cassazione, ciò posto, ha giudicato infondati i tutti i rilievi delle parti aventi ad oggetto proprio l’apprezzamento dell’allegata perizia di stima.
Nell’altra decisione (ordinanza n. 5177/2022), invece, la CTR, pur avendo preso in considerazione la relazione stragiudiziale prodotta dal contribuente, non aveva spiegato in nessun modo le ragioni per le quali non l’aveva ritenuta corretta, venendo meno, in tal modo, al proprio potere/dovere di determinare, nelle ipotesi di accertamento induttivo puro, anche i costi presunti.
La Corte di legittimità, ciò posto, ha accolto il motivo di doglianza con cui il contribuente aveva censurato la decisione della Commissione tributaria regionale, laddove, nel confermare l’avviso di accertamento impugnato, non aveva riconosciuto la deducibilità dei costi induttivamente ricostruiti sulla base della perizia tecnica prodotta.
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