Le statistiche dell’ultimo anno parlano di una certa invesione di tendenza: i giovani non amano il lavoro dipendente, almeno non amano il posto fisso. Lo scorso anno ci sono state molte più “dimissioni” degli anni precedenti. Un bel segnale, sta ad indicare come i giovani oggi non siano coem i loro genitori, amano cimentarsi. Voler cercare un lavoro migliore, più soddisfacente sia economicamente che come appagamento personale, è una bella molla per crescere. Ad alcuni per altro va molto bene. Ragazzi che hanno scelto di mettersi in proprio, cimentandosi in attività nuove. Leggete questa storia.
Zwap è una piattaforma social web professionale, che utilizza i meccanismi dell’intelligenza artificiale, per mettere in contatto le persone che vogliono espandere la propria rete di contatti, per trovare nuove opportunità di lavoro, soprattutto come professionisti del digitale.
L’idea – contribuire a costruire “il futuro delle relazioni professionali” – è nata durante l’isolamento imposto ai tre giovani fondatori dal Covid.
Il sistema si differenzia da altri servizi web di rete sociale più noti, perché utilizza algoritmi per analizzare anche gli interessi, le passioni e gli obiettivi professionali affini tra gli iscritti e, in base agli orari e giorni indicati dagli stessi utenti, fissa incontri in videocall, per farli interagire tra loro.
Nata nel 2020 dall’intuizione di tre giovani under 30 – Federico Pedron, 26 anni, originario di Alghero (Sassari), Luigi Adornetto, 24enne di Roma e Luca Tamborino Frisari, 23 anni, di Bari – la startup ha sede in Sardegna, ad Alghero (Sassari), e attualmente conta circa 7 mila zwapper in Italia, distribuiti in più di 400 città italiane, di cui la maggior parte sono concentrati tra Milano, Roma e Torino, ma anche in capitali internazionali, come Londra e Berlino.
L’età media degli iscritti, che hanno un background professionale medio di 2-3 anni, oscilla tra i 25 ai 45 anni. Le professioni più rappresentate sono quelle digitali: da chief marketing officer a startup founder e ceo, da giornalisti ad appassionati di prodotto, design e marketing.
Qualche giorno fa è stato chiuso un ‘round pre-seed’ per un finanziamento 200 mila euro, proveniente da alcuni investitori privati, che permetteranno alla startup di sviluppare ulteriormente il prodotto e di accelerare la crescita della piattaforma, prima a livello nazionale e poi anche all’estero.
Già a dicembre 2021 Zwap aveva vinto il bando di finanziamento ‘Sardegna Startup Voucher’ dell’agenzia regionale Sardegna Ricerche, e si era aggiudicata 74 mila euro.
Pedron spiega che l’idea di creare questa piattaforma web è partita da un’esigenza personale. “A marzo 2020, dopo un’esperienza di lavoro all’estero”, racconta l’ideatore di Zwap all’AGI, “sono rientrato in Sardegna e mi sono ritrovato catapultato nel bel mezzo dell’isolamento per il Covid. Insieme a Luigi e Luca, conosciuti online, ci siamo sentiti privati della possibilità di entrare in contatto con altri professionisti che ci avrebbero potuti ispirare e far accedere a nuove opportunità lavorative”.
Dopo la maturità classica ad Alghero, Pedron ha lasciato la Sardegna per proseguire gli studi all’università Cattolica di Milano, per iscriversi a una laurea triennale in Economia. Poi si è spostato a Dublino per la specialistica, con un master in Finanza. È rientrato Milano, dove ha iniziato a lavorare in una banca di investimenti.
Terminata questa prima esperienza professionale, Pedron è partito a Barcellona per lavorare in una nota azienda internazionale, che effettua il servizio di corriere a richiesta e acquista, ritira e consegna ai clienti i prodotti ordinati tramite la sua app.
Durante la pandemia, Pedron ha deciso di rientrare inizialmente in Sardegna, e di continuare a lavorare per la società spagnola da casa poi, quando la situazione sanitaria l’ha consentito, è ritornato di nuovo a Milano per lavorare per una startup che si occupa di micromobilità ed è specializzata in auto e monopattini elettrici.
“Durante questo periodo”, spiega Federico Pedron, “è nata Zwap e dopo sei mesi di lavoro intensi, a maggio 2020 io e gli altri due ragazzi abbiamo deciso di licenziarci dai nostri rispettivi lavori, per prenderci il rischio di portare avanti la nostra startup. Da quel momento abbiamo iniziato a lavorare a tempo pieno al nostro progetto. La nostra prossima sfida”, conclude, “è creare un team di giovani talenti e far conoscere il servizio il più possibile in Italia e all’estero”.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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