Fino al prossimo 15 aprile è possibile partecipare alla consultazione pubblica che la Commissione europea ha indetto per valutare la necessità di un “ammodernamento” delle norme Iva rispetto all’era digitale. L’ambito è quello di una nuova direttiva che la Commissione ha messo in calendario per il terzo trimestre del 2022, che sarà orientata a introdurre nel sistema Iva europeo i vantaggi della tecnologia digitale sotto forma di maggiori semplificazioni per le imprese e sul fronte di una maggiore efficacia nel contrasto alle frodi. I punti su cui si ragiona sono tre: l’armonizzazione di forme di comunicazione dei dati da parte degli operatori sulle transazioni effettuate e/o l’introduzione futura della fatturazione elettronica obbligatoria per tutti gli Stati Ue; regole ad hoc per la cosiddetta “economia delle piattaforme”, ossia per le transazioni che si svolgono sui portali online; modalità di identificazione unica in tutta l’Ue per gli operatori Iva, attraverso un’estensione ulteriore degli sportelli unici Oss e Ioss entrati in vigore il 1° luglio 2021.
L’intervento sul fronte della digitalizzazione dei processi Iva era già previsto nel pacchetto di 25 azioni che la Commissione aveva presentato nel luglio 2020 come roadmap fiscale da realizzare entro il 2024 (vedi articolo “Fisco equo, semplice e antievasione. Il piano della Commissione europea”) in vista di più obiettivi sul fronte della fiscalità europea, dalla semplificazione degli adempimenti in capo agli operatori all’estensione della cooperazione amministrativa all’economia delle piattaforme digitali (poi concretizzatosi nella direttiva Dac 7 approvata nella primavera del 2021), fino alla revisione del Codice di condotta e dei parametri di valutazione delle giurisdizioni non cooperative.
Con questo progetto specifico, la Commissione intende intervenire sulle regole europee dell’Iva date dalla direttiva n. 2006/112/Ue, introducendo alcuni elementi di novità frutto del progresso in campo digitale e tecnologico. Il primo ambito di intervento riguarda i digital reporting requirements ossia le richieste, nei confronti degli operatori, di comunicare all’amministrazione fiscale dati sulle proprie transazioni. Esistono attualmente discipline differenziate in Ue. La prospettiva è armonizzarle, in modo da ridurre i costi di obblighi diversificati in capo alle imprese che operano in più Stati. Sempre nello stesso ambito, i soggetti interessati sono chiamati a pronunciarsi sull’efficacia degli elenchi riepilogativi delle operazioni intracomunitarie per il contrasto alle frodi e anche sulla possibilità di introdurre a livello europeo l’obbligo di fatturazione elettronica, sia nelle transazioni tra imprese che in quelle verso privati.
La Commissione chiede un parere anche sull’introduzione nella direttiva Iva di specifiche disposizioni per l’ “economia delle piattaforme digitali”, ovvero per le operazioni in cui interagiscono tre soggetti: il venditore/prestatore, il cliente e, nel mezzo, una piattaforma digitale su cui si svolge l’incontro tra offerta e domanda: “Le attuali norme sull’Iva non sono adeguate nei confronti delle sfide dell’economia di piattaforma – si legge nella consultazione – ad esempio per garantire un’equa tassazione delle transazioni economiche sia online che tradizionali, e assicurare che gli Stati membri adottino un approccio uniforme all’applicazione delle norme sull’Iva per quanto riguarda il fornitore, la natura dei servizi, il luogo della prestazione e le dichiarazioni alla luce dei modelli di business differenti e in evoluzione”. Infine, gli stakeholder sono chiamati a pronunciarsi sulla creazione di un sistema di registrazione Iva unico all’interno dell’Ue. Su questo, la consultazione parte dalla considerazione che il sistema OSS consente agli operatori aderenti di evitare di dover effettuare più registrazioni Iva nell’Ue per le transazioni transfrontaliere per cui è previsto. Perciò un’opzione potrebbe essere estendere ulteriormente il One-stop shop (OSS) oppure prevedere misure di semplificazione nelle vendite business-to-business o ancora intervenire sull’Import one-stop shop (IOSS) il regime speciale per le vendite a distanza dei beni di modico valore importati da territori terzi o paesi terzi nell’Ue.
La consultazione è disponibile sul portale “Di’ la tua” della Commissione europea. È possibile lasciare commenti e rispondere al questionario online. C’è tempo fino al prossimo 15 aprile.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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