134 miliardi di imposte sul valore aggiunto non versate nell’Ue nel 2019, un valore in discesa rispetto all’ultimo anno oggetto di analisi (meno 6,6 miliardi in tutto). Il miglioramento in questione si inserisce in un trend che inizia ad essere consolidato ed è il principale risultato del nuovo rapporto sul tax gap Iva commissionato da Bruxelles. Lo studio, appena pubblicato, stima che gli Stati membri hanno perso circa 134 miliardi di euro di imposta sul valore aggiunto nel 2019. Complessivamente questa cifra si riferisce a importi non riscossi in relazione a cause come frodi, evasione fiscale, pratiche elusive o di ottimizzazione del carico fiscale, fallimenti, insolvenze finanziarie, errori di calcolo ed errori amministrativi.
Nel 2019 il gap dell’Iva nell’Unione europea è diminuito complessivamente di quasi 6,6 miliardi di euro, raggiungendo quota 134 miliardi di euro (vedi articolo Ue, tax gap Iva 2018 in discesa. Toccata quota 140 miliardi di euro). Il dato rappresenta un miglioramento anche rispetto alla diminuzione riportata nei report degli anni precedenti. Da un altro punto di vista, sebbene il tax gap Iva complessivo europeo sia migliorato negli anni compresi tra il 2015 e il 2019, gli autori del report non fanno ulteriori ottimistiche, sottolineando invece l’incognita che pesa sui risultati che verranno presentati il prossimo anno. Questo perché gli effetti della pandemia da coronavirus sull’economia – e sulle entrate Iva – saranno sicuramente determinanti.
Tornando ai risultati presentati, il rapporto evidenzia come nel 2019 le condizioni per migliorare il gettito (e la compliance) erano piuttosto favorevoli. Complessivamente, infatti, le variazioni del Pil e del consumo nell’Unione sono state entrambe con il segno più. Inoltre, l’anno in questione è stato relativamente stabile in termini di modifiche alle aliquote effettive in vigore per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto.
Il gap Iva del 2019 nell’Ue, relativo a tutte le fonti di mancato versamento dell’imposta in questione, ammonta a 134 miliardi di euro (il 10,3% dell’Iva totale dovuta nel 2019 in tutta l’Unione, in termini percentuali). Rispetto al 2018, il gettito relativo all’imposta sul valore aggiunto è aumentato del 3,8%, mentre il relativo gap è diminuito di circa 0,8 punti percentuali (per un importo di 6,6 miliardi di euro).
Stando ai dati contenuti nel rapporto, la Romania ha registrato il più alto tax gap Iva nazionale tra i 28 Stati membri (34,9% di mancate entrate Iva nel 2019). Seguono Grecia (25,8%) e Malta (23,5%). I tax gap più piccoli sono stati osservati in Croazia (1,0%), Svezia (1,4%) e Cipro (2,7%). La metà dei 28 Stati membri ha registrato un divario superiore all’8,6%. In termini assoluti, invece, i tax gap più elevati sono stati registrati in Italia (30,1 miliardi di euro) e Germania (23,4 miliardi di euro). Complessivamente, la quota del gap Iva è diminuita in 18 Stati membri. Oltre a Croazia e Cipro, le diminuzioni più significative del tax gap si sono verificate in Grecia, Lituania, Bulgaria e Slovacchia. I modelli da imitare restano Svezia, Finlandia ed Estonia, dove la quota di gettito Iva non riscossa è ormai da anni costantemente al di sotto del 5% delle entrate attese.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
Comments are closed.