I porti, la logistica, il trasporto delle merci: il primo giorno con l’obbligo del green pass in tutti i luoghi di lavoro potrebbe diventare anche il primo del grande caos, con l’Italia semiparalizzata dagli scioperi e dai blocchi delle categorie produttive e dalle manifestazioni già annunciate per venerdì in decine di città da chi si oppone allo strumento imposto dal governo per spingere più italiani possibili a vaccinarsi. Un clima di tensione costante sul quale c’è la massima attenzione da parte del Viminale che, d’intesa con palazzo Chigi, ha dato indicazioni chiare agli apparati di sicurezza.
Anche perché la linea, è il messaggio che fonti di governo continuano a ribadire, non cambia: si va avanti con il green pass. A sera dalla presidenza del Consiglio sottolineano che non ci si aspetta il caos, non ci sono allarmi marcati in vista di venerdì, non si temono supermercati vuoti e porti bloccati.
Solo domani si avrà contezza se l’impatto dell’obbligo nei luoghi di lavoro porterà un’aumento di vaccinazioni o un’impennata di richieste di tamponi cui far fronte. Ma il governo ritiene di aver messo in campo tutti gli strumenti per consentire alle aziende di gestire i controlli e ai lavoratori di essere preparati, anche calmierando il prezzo dei tamponi. Inoltre le proteste sembrano ascrivibili – si ragiona – a pochi, anche perché la vaccinazione ha superato la soglia dell’80%. Intanto, va fatto ogni sforzo per prevenire possibili situazioni di pericolo, con un attento monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio, comprese chat e social. Sarà, inoltre, sempre garantito il diritto di esprimere la propria opinione ma ci sarà altrettanta fermezza nei confronti di coloro che volessero approfittare delle proteste per provocare disordini o bloccare il paese.
Polemica sul green pass nei porti. Una circolare del Viminale raccomanda alle imprese “di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti”. Poi precisa che gli operatori economici “potranno valutare”. Dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l’obbligo del green pass, stop alle attività del porto di Trieste”. Le società di gestione al Porto di Palermo non si faranno carico dei tamponi ai portuali. Il Comitato dei lavoratori del porto di Trieste se non verrà ritirato l’obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro, bloccherà le attività.
“L’unica apertura che possono avere nei nostri confronti è togliere il Green pass. Il blocco di venerdì è confermato, oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste. Anche quello di Genova? Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo conferma”. Sono le parole del portavoce dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, che all’Huffington Post ha annunciato il blocco in vista dell’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass per l’accesso al lavoro, prevista venerdì.
“Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso”, inoltre “ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega ad un ricatto inaccettabile”. Lo afferma in una nota il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, per il quale si conferma politicamente un “commissariamento” di fatto del Ministero delle Infrastrutture. “Quando si tratta di occuparsi di temi che riguardano i porti, emergono solo insipienza e superficialità. Di volta in volta assistiamo – spiega il presidente di Federlogistica-Conftrasporto – al commissariamento del Ministero delle Infrastrutture: era accaduto con il Ministero dei Beni Culturali sul caso Venezia, esautorando totalmente le competenze del Ministero delle Infrastrutture; si ripete oggi con il Ministero degli Interni che sul Green pass interviene nei porti senza conoscerli e senza avere la minima idea di come funzionino, di quali equilibri li caratterizzino, persino di quali rapporti intercorrano fra concessionari e Stato”. “E ciò significa – afferma Merlo – minare un asse portante della nostra economia. Il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe avere un sussulto di orgoglio e svolgere la funzione che dovrebbe essere sua”.
“Il mio auspicio è che con il buon senso si possa arrivare a un equilibrio” altrimenti “rischiamo di fare un danno enorme, non soltanto all’economia della città ma anche a tutti quei lavoratori che con l’indotto del porto lavorano, e non solo nel porto”. Lo ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, precisando di “non intervenire come Regione sulle realtà produttive, perché ho profondo rispetto delle istituzioni che le governano”. Fedriga ha nuovamente proposto dal 15 ottobre “tamponi nasali meno fastidiosi e fai-da-te da effettuare con la supervisione responsabile d’ufficio”.
Nei porti di Napoli e Salerno non si preannunciano problemi relativi all’entrata in vigore del Green pass. Secondo fonti sindacali, il numero dei lavoratori no-vax è minimo e non compromette le regolari attività dei due scali. In questi giorni, riferisce la Filt-Cgil Campania, non è emerso alcun accenno di protesta relativo all’esordio del Certificato Verde nei luoghi di lavoro.
Nei cinque porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi “non temiamo particolari situazioni di criticità, scioperi o blocchi” legati all’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass. Lo assicura il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Tito Vespasiani, precisando che “nei nostri cinque porti il tasso di vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%”.
Prosegue la protesta dei tir che blocca il Psa di Genova Pra’, il terminal contenitori più importante del porto di Genova e si intreccia con lo sciopero a singhiozzo proclamato dalla rsu dei dipendenti del terminal sul contratto integrativo. Gli autotrasportatori protestano per i lunghi tempi di attesa per entrare nel terminal. Gli autotrasportatori hanno chiesto un incontro urgente al prefetto per presentare le loro richieste, che potrebbe essere convocato a breve. La “rivolta”, spontanea, è scattata ieri, quando gli autisti si sono trovati ancora in attesa per poter effettuare le operazioni di carico e scarico che erano saltate il giorno precedente proprio per lo sciopero dei dipendenti di Psa Genova Pra’ a cui si è sommato il malfunzionamento, temporaneo, della app che gestisce l’ingresso nel terminal. Già esasperati da una situazione resa più pesante dai cantieri autostradali che da mesi rallentano il traffico e dai problemi di lunghe attese per l’accesso in porto che si ripetono, i camionisti hanno bloccato di fatto l’ingresso del terminal. E anche oggi la situazione resta pesante. Potrebbe alleggerirsi nel pomeriggio se i sindacati e il terminal riusciranno a trovare un accordo sul contratto integrativo, alla base dello sciopero dei dipendenti che si fermano la prima e l’ultima ora del turno.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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