Leggere l’articolo pubblicato lo scorso 6 ottobre sul Sole 24 Ore, “Catasto, Iva e taglio Irpef. Riforma del Fisco al via”, a firma Marco Mobili e Gianni Trovati, è decisamente illuminante per chi vuol capire la portata della cosa. Sui giornali in questi giorni ha tento banco soprattutto la questione legata al Catasto. Perché tutto questo? Semplice, è evidente che i partiti, specie quelli che sono andati male alle recenti elezioni, hanno necessità di visibilità. Il concetto di catasto lo comprendono tutti. In Italia quasi tutti sono proprietari della casa di abitazione. La paura di vedere aumentare la tassazione sulla casa fa presa su tutti. E Salvini ha provato a mettere il cappello su questo tema. Nonostante era stata esclusa la possibilità di nuove tasse fino al 2026. Come se il Governo attuale potesse decidere la politica fiscale del Governo, qualsiasi esso sia, in carica tra 5 anni.
Draghi ha svicolato il tutto, dicendo che il Governo, il suo Governo, ha cose più importanti da fare, e certamente non può preoccuparsi delle scadenze elettorali. Alla Lega è stato lasciato un contentino, l’aumento della possibilità di aprire le discoteche al 50% e non al 35%. Tutto qui.
Dicevamo della complessità della nuova riforma. Che oltre che del catasto si occupa di tante altre cose. In 18 mesi, quanti ne mancano alla fine della legislatura, c’è da ridurre il cuneo fiscale, semplificare l’Ires, archiviare l’Irap, e sostituire le addizionali con sovraimposte. Trovando i fondi da Iva e tax expenditures.
Un lavoro ciclopico, come si vede. Se davvero dovesse il Governo riuscire in tale operazioni, con le annessi regolamenti interpretativi, in 18 mesi si potrebbe gridare al miracolo. Ovvio che Draghi non accetti la minima pressione da parte del partiti che porterebbe a perdere di tempo, tempo che assolutamente è poco.
Una sola considerazione: atteso che si tratta di un’opera ciclopica, perché il Governo non si preoccupa anche dell’attualità? Il provvedimento non si occupa delle urgenze di queste ore. Parliamo dello spostamento e della riapertura delle scadenze, “saldo e stralcio”, e “rottamazione”. Non sappiamo se in 18 mesi Draghi sarà in grado di fare quello che i suoi predecessori non sono riusciti a fare in decenni. Sappiamo però con certezze che le urgenze attuali non aspettano. Crisi Covid e crisi economiche hanno fatto divenire insostenibili certe lacune.
by Liberato Ferrara Area Imprese Network
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