“La riforma fiscale ha due grandi pilastri, proseguire sulla strada del cuneo fiscale riducendo l’Irpef sul lavoro per aumentare salari e stipendi e ridurre il costo del lavoro; secondo, sostenere l’assegno unico che è lo strumento più potente per sostenere la genitorialità e la famiglia”.
A dirlo ieri il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri su Rai Tre intervenuto nella trasmissione Agorà aggiungendo che la riforma “deve essere autofinanziata, con la riduzione delle tax expenditures e il contrasto all’evasione fiscale, c’è molto spazio”.
Tutto risolto? In teoria sì, in pratica ovviamente no. Per realizzare la tanto e discussa attesa riforma dell’Irpef – una delle priorità del Governo messa in stand by in scia all’esplosione della pandemia – non potremo passare dalla strada più agevole e veloce, ossia attingere ai 209 miliardi di euro in arrivo dall’Europa che, è stato già chiarito, non potranno essere utilizzati per interventi di riduzione delle tasse.
LA COPERTA E’ SEMPRE CORTA – Il nodo dalle parti del MEF è sempre lo stesso e di non facile soluzione, quello cioè legato alle risorse. Ecco, dunque, che torna a farsi strada uno scenario: nel mirino rischiano di finire ancora una volta le detrazioni fiscali che rappresentano un ghiotto tesoretto dal quale si sta pensando di attingere per ridurre l’Irpef. Più di 500 sconti fiscali di cui beneficiano famiglie ed imprese a rischio sforbiciata con un doppio obiettivo: semplificare il sistema e trovare una somma pari ad almeno 10 miliardi di euro.
Più facile a dirsi che a farsi: c’è da dire che se ne parla da tempo, ma almeno finora nessuno ha avuto il coraggio di metter mano al complesso sistema di detrazioni fiscali e regimi sostitutivi dell’Irpef. Il perchè è presto detto: va da sè che la mossa è alquanto “scomoda” e finirebbe per scontentare molti, rivelandosi un boomerang per l’esecutivo che in autunno dovrà affrontare più di un’ incognita e traballa su più di una questione.
Ovviamente siamo ancora nel campo dei forse, difficile dunque ipotizzare quali siano gli sconti fiscali nel mirino dell’esecutivo che rischiano di saltare già dal prossimo anno. L’ipotesi più accredita al momento sarebbe quella di mantenere detrazioni e deduzioni fiscali più significative, come ad esempio quelle sui contributi previdenziali passando per le spese sanitarie.
Intanto, in attesa di capire futuri sviluppi, un assaggio di sforbiciata lo avremo con l’avvio dell’assegno unico per i figli, che di fatto andrà a sostituire 8 tra bonus e detrazioni esistenti. Anche qui prima però c’è da fare i conti con il nodo risorse: all’appello mancano circa 6-7 miliardi.
fonte quifinanza.it
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