I commercialisti in sciopero dal 15 settembre, lo sciopero avrà estensione nazionale e consisterà nella astensione per otto giorni:
dalla presentazione delle liquidazioni periodiche IVA (LIPE) II TRIM. 2020 (ai sensi art. 21 bis DL 78/2010)
dalla presenza dei Dottori Commercialisti in udienza presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali
I sindacati Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec, Unico hanno inviato le lettere agli iscritti alla categoria, e sono state predisposte le lettere ai clienti e l’informativa alle commissioni tributarie utilizzabili da chi deciderà di aderire.
Martedì 15 settembre ci sarà una manifestazione diffusa dalle 10.30 alle 12.30. L’appuntamento è a Roma in Piazza Santi Apostoli con una partecipazione massima di 500 persone, vista l’impossibilità di grandi assembramenti.
Per aderire però ugualmente gli Ordini dei capoluoghi di regione organizzeranno dei sit-in davanti alle direzioni regionali delle Entrate o in altri luoghi simbolici dell’attività dei professionisti.
Secondo quanto già detto dagli stessi sindacati le motivazioni dello sciopero sono essenzialmente riferibili a “le reiterate lesioni delle prerogative professionali degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, che hanno procurato danno all’attività svolta dagli stessi a favore dei contribuenti e del tessuto imprenditoriale del Paese ma anche il clima di profonda frattura che si è instaurato tra Governo e professionisti”, nonché all’immotivato rifiuto ad accogliere la richiesta di proroga al 30 settembre 2020 dei versamenti in autoliquidazione.
Il Presidente Miani ieri ha incontrato il presidente della Commissione finanze Luciano D’Alfonso per ribadire che le ragioni dei commercialisti sono state ascoltate a parole ma non con i fatti. Miani ha più volte nel corso del tempo ricordato il ruolo dei commercialisti al fianco di privati e imprese durante le drammatiche settimane di lockdonw, ruolo che ha mostrato con chiarezza la loro insostituibilità.
Peraltro le richieste avanzate dai professionisti in questi mesi sono state sensate nella speranza di far comprendere al Governo che gli studi impegnati da tanti adempimenti causati dal covid 19 non hanno avuto il tempo di lavorare alle scadenze del 20 agosto.
A ciò si aggiunge il fatto che secondo Miani la stragrande maggioranza delle imprese italiane versa in situazione di difficoltà tale da non riuscire ad onorare i versamenti.
Ricordiamo che in una nota del 7 agosto il CNDCEC ribadiva la serie di proposte concrete fatte per tenere aperto il colloquio con il Governo, proposte non accolte che hanno portato alla inevitabile proclamazione dello sciopero.
L’ultima richiesta relativa alla proroga era avvenuta in data 6 agosto sempre con comunicazione dello stesso presidente Miani sul sito del consiglio nazionale con la quale si dettagliava tra l’atro la difficile situazione vissuta dai commercialisti durante tutti questi mesi.
In alternativa alla proroga si chiedeva un meccanismo di esclusione delle sanzioni per chi potesse regolarizzare entro il 31 ottobre tutti i versamenti dovuti dallo scorso mese di marzo, anche relativamente ai principali tributi erariali.
Si chiedevano anche proroghe in merito al bonus sanificazioni e al contributo a fondo perduto vista anche la imminente emanazione in quei giorni del Decreto Agosto.
Causa mancato accoglimento di quanto descritto il Consiglio Nazionale sostiene con forza la proclamazione dello sciopero di categoria.
fonte fiscoetasse.com
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