Da alcuni giorni si è aperta la nuova stagione delle dichiarazioni 2022. Se però ci voltiamo indietro e osserviamo i dati relativi all’anno passato, scopriamo che nel 2021 i contribuenti che hanno preso parte alla corsa al modello dichiarativo più conveniente sono stati 41,2 milioni. Dalle ultime analisi del Mef, il 730 è stato scelto dal il 55% di loro.
I modelli dichiarativi, tra cui milioni di contribuenti sono chiamati ogni anno a scegliere sono sostanzialmente tre: il modello 730, Redditi e la Certificazione unica. Naturalmente, la scelta è dettata da diversi fattori, tra cui quelli che maggiormente incidono sono la composizione del reddito percepito e dei guadagni realizzati, l’ampiezza di detrazioni e deduzioni a cui si ha diritto e, last but not list, il livello del reddito da dichiarare. Nel 2021, i modelli Cu hanno rappresentato l’opzione scelta da 9,5 milioni di contribuenti, mentre 9 milioni hanno utilizzato il modello Redditi e quasi 22,6 milioni il modello 730, che si conferma quindi il più scelto, mettendo a segno un incremento, sul 2020, pari al 2 per cento.
La Certificazione unica, in discesa
L’analisi del Mef puntualizza come continui a decrescere il numero di soggetti senza dichiarazione, per i quali occorre recuperare le informazioni dalla Certificazione unica (-8%), sebbene tale numero permanga relativamente elevato in alcune regioni del Mezzogiorno, tra cui Campania, Calabria e Sardegna. E infatti, la CU è generalmente nella disponibilità dei lavoratori dipendenti che nell’anno hanno avuto un unico datore di lavoro e non hanno nessuna spesa detraibile o deducibile, tra cui spese sanitarie o ristrutturazioni o altri bonus, e che quindi non sono tenuti a compilare la dichiarazione dei redditi, 730 o modello Redditi che sia. Alle stesse condizioni l’esonerato dall’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi vale anche per coloro che percepiscono soltanto l’assegno pensionistico. Naturalmente, è utile ricordare, il contribuente non è affatto esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi qualora il sostituto abbia certificato sia redditi di lavoro dipendente che redditi di lavoro autonomo nel caso in cui per quest’ultimi abbia operato una ritenuta a titolo d’acconto.
730, il più amato, non c’è gara
Come detto, il modello 730 si conferma al top, registrando persino un incremento nel 2021, e questo nonostante l’anno in questione asia stato caratterizzato da una diminuzione nel numero dei contribuenti pari allo 0,8 per cento. E tuttavia, nel 2021, il modello 730 è stato scelto dal 55% dei contribuenti che presentano la dichiarazione, quasi 22,6 milioni di cittadini, mettendo a segno un incremento del 2% sul 2020. Tradotto, niente sembra fermare l’ascesa del modello 730. Un andamento che, secondo l’analisi del Mef, è influenzato anche dal maggiore utilizzo del modello 730 precompilato che, quindi, contribuisce alla corsa inarrestabile del 730 come modello preferito.
Perché conviene il modello 730?
Negli anni s’è oramai rafforzato il fattore convenienza, che spinge gli italiani a optare per il modello 730. Infatti, per lavoratori dipendenti e pensionati utilizzarlo è estremamente vantaggioso, in quanto il contribuente non deve eseguire calcoli e quindi la compilazione è più semplice, inoltre, ottiene gli eventuali rimborsi spettanti direttamente in busta paga o nella rata di pensione a partire dal mese di luglio, per i pensionati ad agosto o settembre. E ancora, se deve versare delle somme, queste sono trattenute dalla retribuzione direttamente dalla busta paga. Inoltre, il modello 730 può essere presentato anche in assenza di sostituto d’imposta tenuto a effettuare il conguaglio. Un fattore che ha un impatto significativo, in quanto per il Mef, “dalle dichiarazioni presentate nel 2020 risultano oltre 2,5 milioni di soggetti che hanno presentato il mod. 730 in assenza di sostituto”.
Alla Lombardia il primato delle dichiarazioni dei redditi presentate
Nel 2021, anno d’imposta 2020, sono stati 7,2 milioni i lombardi che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, considerando anche i modelli Cu, quasi il 15% del totale delle dichiarazioni dei redditi. Al secondo posto il Lazio, con 3,8 milioni di modelli presentati, seguito dal Veneto, 3,6 milioni, e dall’Emilia Romagna, 3,3 milioni.
fonte fiscooggi.it